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La stagione lirica 2021 dell'Arena di Verona al Teatro Filarmonico

6 appuntamenti operistici dall 31 gennaio al 5 dicembre

La Fondazione Arena di Verona prosegue il suo impegno per dare continuità alla programmazione artistica e certezze a tutti i suoi sostenitori e, tra le prime Fondazioni lirico-sinfoniche, presenta la Stagione Artistica 2021 al Teatro Filarmonico pensata per offrire spettacoli nuovi a fianco di opere già apprezzate, insieme ad un vasto cartellone sinfonico, nella tutela del lavoro dei dipendenti e di tutti gli artisti.

La Stagione Lirica, a fianco di alcuni titoli più noti, propone delle vere e proprie rarità per un totale di 6 produzioni dal 31 gennaio al 5 dicembre.

Si inizia in streaming il 31 gennaio con un titolo rossiniano frizzante, spiritoso e divertente diretto da Michele Spotti: Il Barbiere di Siviglia, proposto nel fortunato e giocoso allestimento di Fondazione Arena in coproduzione con lo Slovene National Theatre Maribor messo in scena con successo di pubblico e critica nella Stagione Artistica 2014-2015. Pier Francesco Maestrini ne firma la regia, oltre che la scenografia animata e i costumi insieme al cartoonist Joshua Held, con le luci di Paolo Mazzon, dando vita ad un cartone animato interattivo amato dai più piccoli, ma apprezzato per la freschezza anche dal pubblico adulto.

La stagione lirica prosegue sempre in streaming il 28 febbraio con Il Parlatore eterno, unica composizione nella quale Ponchielli fonde il genere comico con una vena elegante e brillante. L’opera è un pezzo di bravura vocale e recitativa destinato a mettere in luce le qualità di un grande cantante-attore: il protagonista – il parlatore eterno appunto – domina la scena, imponendosi sugli altri personaggi che man mano gli si affollano intorno. L’opera viene proposta insieme all’atto unico verista Il Tabarro (assente dalle scene veronesi da vent’anni dopo l’unica messa in scena nel 2000), la cui esecuzione era stata inizialmente prevista per la scorsa primavera. La celebre opera, che insieme a Suor Angelica e a Gianni Schicchi costituisce il Trittico pucciniano, viene presentata nel nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona con la regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, al debutto veronese, le scene di Leila Fteita, i costumi di Silvia Bonetti e le luci di Paolo Mazzon.

L’opera di Ponchielli, anch’essa nuovo allestimento di Fondazione Arena, vedrà parte del team creativo che nel 2006 ha dato vita alla prima rappresentazione in tempi moderni: la regia è affidata a Stefano Trespidi, le scene sono realizzate da Filippo Tonon, i costumi da Silvia Bonetti e le luci da Paolo Mazzon. Sul podio per entrambi i titoli torna Daniel Oren, uno dei più esperti conoscitori dei complessi artisti areniani.

Un salto indietro nel tempo riporta alla musica barocca del compositore inglese Henry Purcell, del quale viene proposta una delle composizioni più celebri: Dido and Æneas, nell’allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Modena con la regia di Stefano Monti e le luci del lighting designer Paolo Mazzon. Lo spettacolo, diretto da Giulio Prandi, sarà trasmesso in streaming sulla webTV e sui canali social il 28 marzo e sarà preceduto dalla cantata “Giusti Numi che il ciel reggete” dalla Didone abbandonata di Niccolò Jommelli.

Il 9 maggio andrà in scena la terza produzione lirica, Zanetto di Mascagni, opera rappresentata assai di rado e messa in scena per la prima volta al Filarmonico, tratta dalla commedia in versi in un atto Il viandante (Le passant) di François Coppée. L’ambientazione rinascimentale nella quale si dipana la vicenda del giovane poeta e cantore Zanetto e della cortigiana Silvia è messa in scena da Alessio Pizzech in un nuovo allestimento di Fondazione Arena diretto da Valerio Galli con le scene di Michele Olcese, i costumi di Silvia Bonetti e le luci di Paolo Mazzon. L’opera sarà preceduta da una coeva Antologia verista, con alcuni preludi e intermezzi dello stesso Mascagni, di Francesco Cilea e di Alfredo Catalani.  Repliche: 11, 13, 16 maggio.

Dopo la pausa estiva con il Festival lirico areniano, il 31 ottobre si torna al Filarmonico con Così fan tutte di Mozart, rappresentata per l’ultima volta nel 2006. Il titolo mozartiano, che prosegue l’omaggio al compositore di Salisburgo nelle iniziative che ne ricordano il 250° anniversario dal passaggio a Verona, è la terza ed ultima delle opere buffe composte da Mozart ed è qui proposto in un nuovo allestimento veronese con la regia di Giorgia Guerra e il lighting design di Paolo Mazzon, mentre fa il suo ritorno sul podio Francesco Ommassini. Repliche: 2, 4, 7 novembre.

Per l’ultimo appuntamento con la lirica viene proposto un dittico pressoché coevo: la pièce lirica La Voix humaine (1958) di Francis Poulenc sull’omonimo testo di Jean Cocteau insieme a The telephone (1947) di Gian Carlo Menotti. Il telefono è il filo conduttore di entrambe le vicende: se per Poulenc racconta un legame che si è già tragicamente rotto e che fa progressivamente emergere la vera catastrofe della protagonista, vittima di un crudele meccanismo autodistruttivo, per Menotti è un dialogo tra i protagonisti e innamorati Ben e Lucy, che culmina in una proposta di matrimonio. Il nuovo allestimento di Fondazione Arena, in scena dal 28 novembre con la direzione d’orchestra di Francesco Lanzillotta, sarà firmato dalla regista Federica Zagatti Wolf-Ferrari, mentre le luci saranno realizzate da Paolo Mazzon. Repliche: 30 novembre – 2, 5 dicembre.