
Domenica 4 luglio, ore 21.30
Domenica 4 luglio, ore 21.30 appuntamento al Parco della Musica con Reger, Mozart e Čajkovskij. Un programma per Orchestra da Camera guidato dal leggio da Mihaela Costea, primo violino della Filarmonica Toscanini. Ospite solista Ludovico Troncanetti, trentenne pianista emergente con importanti collaborazioni internazionali.
Il programma si apre con il Lyrisches Andante per archi di Max Reger, compositore, organista, pianista e insegnante di composizione tedesco vissuto tra fine 800 e primi del 900. Reger, seppur in maniera più concisa, attinge a piene mani dalla poetica romantica wagneriana e tedesca, cui aggiunge le atmosfere coeve del primo Schonberg, anticipatrici alla rottura che porterà alle frontiere dell’atonalità. Un pezzo che colpisce per l’intreccio di armonie che scaturiscono dalla fusione di metodi barocchi classici con un nuovo linguaggio armonico.
Segue il Concerto per pianoforte e orchestra n.12 in La Maggiore k 414 di Wolfgang Amadeus Mozart, scritto nel 1782. Il n.12 è un concerto dalla tonalità luminosa e si caratterizza per una qualità melodica non raggiunta prima e da una ricchezza tematica mai ripetitiva. Al solista è affidato molto spazio all'interno della partitura: ognuno dei tre movimenti, infatti, termina con una lunga cadenza. Ludovico Troncanetti eseguirà le cadenze originali di Mozart.
Il concerto ciuderà con la Serenata per orchestra d’archi in do maggiore, op. 48 composta da Pëtr Il'ič Čajkovskij nel 1880, anno in cui un grave lutto familiare, la morte del padre, aveva fatto precipitare il compositore in un profondo stato di inquietudine e stasi compositiva. Nonostante questo, riuscì a completare alcune importanti opere, tra cui la Serenata, che dedicò al caro amico Konstantin Karlovich Albrecht conosciuto mentre entrambi lavoravano al Conservatorio di Mosca.
Di quest' opera, nella quale si manifesta anche il rispetto assoluto per la musica di Mozart che Čajkovskij adorava, il compositore fu particolarmente soddisfatto fin dal primo momento, tanto da scrivere in una lettera alla sua benefattrice, Nadežda von Meck, di aver composto la serenata animato dallo slancio di una intima convinzione, quella di un brano che nasce dal profondo del cuore.
La Serenata era stata concepita in origine per un quintetto d’archi composto da primo e secondo violino, viola, violoncello e contrabbasso. In seguito, il compositore, che amava profondamente quest’opera tanto da inserirla con frequenza nei programmi delle proprie tournée in Europa, decise di procedere ad un lavoro di ampliamento complessivo del progetto originario.
I soli archi la eseguiranno con un organico di 14 musicisti tra violini, viole, violoncelli e contrabbassi