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Ascesa e caduta della città di Mahagonny per la prima volta a Parma

L'opera di Brescht-Weill debutta al Teatro Regio con la regia di Henning Brockhaus e la direzione di Christopher Franklin

Ascesa e caduta della città di Mahagonny (Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny), opera in tre atti composta da Kurt Weill su libretto di Bertolt Brecht, va in scena per la prima volta al Teatro Regio di Parma, martedì 26 aprile 2022, ore 20.00 (recite giovedì 28 aprile ore 20.00, sabato 30 aprile 2022, ore 20.00), chiudendo la Stagione Lirica 2022. Il nuovo allestimento realizzato in occasione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2021, in coproduzione con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, vede la regia di Henning Brockhaus, le scene di Margherita Palli, le luci di Pasquale Mari, i costumi di Giancarlo Colis, i video di Mario Spinaci, le coreografie di Valentina Escobar.

Christopher Franklin dirige l’opera per la prima volta sul podio dell’Orchestra dell’Emilia-Romagna “Arturo Toscanini” e del Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani. In scena Christopher Lemmings (nei ruoli di Tobby Higgins e Jack O’Brien, per la prima volta al Teatro Regio), Alisa Kolosova (al debutto nel ruolo di Leokadja Begbick), Chris Merritt (Fatty), Zoltan Nagy (Trinity Moses, per la prima volta al Teatro Regio), Anne-Marie Kremer (al debutto nel ruolo di Jenny Hill, per la prima volta al Teatro Regio), Tobias Hächler (al debutto nel ruolo di Jimmy Mahoney, per la prima volta al Teatro Regio), Horst Lamnek (Bill, per la prima volta al Teatro Regio), Jerzy Butryn (Joe, per la prima volta al Teatro Regio), Roxana Herrera, Elizabeth Hertzberg, Yuliia Tkachenko, Cecilia Bernini, Kamelia Kader, Mariangela Marini (sei ragazze di Mahagonny), Filippo Lanzi (Un narratore).

In un’ambientazione surreale, che allude a un imprecisato far-west, l’opera racconta la trasformazione di Mahagonny da città ideale del divertimento assoluto a degenerazione di una società distopica governata dalle più bieche leggi del capitalismo. Fondata da due uomini e una donna in fuga dalla giustizia, Mahagonny è una città-trappola dove tutto è concesso, in grado di attirare nella sua rete incauti disillusi in cerca di piaceri e denaro, desiderosi di abbandonarsi agli eccessi e dare sfogo ad ogni tipo di trasgressione: ma se esiste questa Mahagonny, è solo perché tutto è cattiveria, cantano i tre fondatori della città. L’unico dio a Mahagonny è il denaro, e l’unico reato è l’esserne privi: e sarà proprio questo limite, di fronte al proliferare di regole volte ad arginare l’anarchia in cui la città si abbandona, a decretare la fine di una società ormai corrotta e irrecuperabile.

“Mahagonny è una metropoli del piacere e del divertimento, un paradiso del whisky, del mangiare senza limiti, dei bordelli lussuriosi – scrive il regista Henning Brockhaus. È un luogo dove i soldi possono tutto, ma alla fine non servono a niente: non si compra la felicità. Il protagonista Jim Mahoney, con impeto da rivoluzionario del capitale, impone la legge del “tu puoi fare tutto”. Tutti cercano il godimento e il divertimento soltanto nei soldi, quindi il loro desiderio è limitato e contorto. Jim diventa alla fine la vittima delle sue intenzioni: indebitandosi per aiutare un compagno chiede un prestito che gli viene negato, così viene condannato a morte perché non ha più soldi. Non avere soldi è rigorosamente vietato a Mahagonny. Alla fine la città precipita in rovina, fra le proteste dei cittadini che condannano le atrocità del capitalismo e si ribellano con violenza”.