Con la partecipazione di: Biblioteca Apostolica Vaticana, Fellini Museum del Comune di Rimini, Fondazione Alinari per la Fotografia, Gallerie degli Uffizi, Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Museo Egizio di Torino, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, Parco Archeologico di Pompei, Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi, Sito Archeologico di Paestum
Dopo l’innovativa stagione 2020, che per la prima volta ha portato il palcoscenico dell’opera al centro dell’Anfiteatro, anche per il 2021 Fondazione Arena presenta una stagione che rilegge in maniera tecnologica gli imponenti spazi areniani, in una nuova narrazione che vuole idealmente abbracciare tutta la bellezza italiana avvalendosi della collaborazione con eccellenze museali, espositive, artistiche e culturali di tutto il Paese. Gli ultimi accordi sono in fase di definizione e l’elenco completo di tutte le Istituzioni coinvolte sarà oggetto di comunicazioni successive.
Il progetto, grazie alla fusione tra le Arti dell’intero Paese, ha assunto un valore culturale significativo tale da ottenere il patrocinio del Ministero della Cultura, per la prima volta nella storia del Festival: un riconoscimento che suggella questo percorso inedito e congiunto della Fondazione Arena di Verona con le più rappresentative istituzioni culturali della Penisola. L’iniziativa inoltre è stata fortemente sostenuta anche dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, nella persona del suo Direttore Vincenzo Tiné, che ha coinvolto diverse Istituzioni culturali della Regione Veneto al fine di valorizzare il patrimonio culturale e artistico anche del nostro territorio.
Ogni titolo del calendario avrà dunque il suo riferimento e la sua matrice d’ispirazione in una o più eccellenze espositive del patrimonio italiano e della Città del Vaticano: Biblioteca Apostolica Vaticana e Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi collaboreranno per tratteggiare un contesto visuale che narri nel dittico di apertura la cultura e tradizione popolare siciliana, con particolare riferimento all’ambito religioso, che caratterizza Cavalleria rusticana; per Pagliacci, invece, si avranno suggestioni felliniane in collaborazione con il Museo del Cinema di Torino e il Fellini Museum che il Comune di Rimini inaugurerà a breve.
Per Aida invece Fondazione Arena ha individuato il proprio partner narrativo ideale nel Museo Egizio di Torino, le cui straordinarie collezioni, fra le più importanti al mondo, fungerà da elemento caratterizzante nella dialettica tra le pietre romane dell’Arena e l’iconografia egizia.
In Nabucco entrerà in campo la collaborazione con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara per un excursus sulla storia dell’ebraismo italiano dalle origini agli anni ’40 del Novecento.
Turandot nasce invece dal dialogo con il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma, luogo non solo di scoperta di tesori di epoche e popoli lontani, ma anche di incontro, ricerca ed apertura a culture tradizionali e remote, una realtà che ha accolto l’invito dell’Arena di Verona, condividendone lo spirito di indagine e tensione verso la bellezza.
La Traviata, capolavoro verdiano costruito intorno ad una protagonista assoluta di inedita forza e profondità e di sconvolgente impatto sulla società dell’epoca, nasce da un percorso di studio sulla figura femminile in tutte le sue declinazioni grazie alla ricca collezione delle Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Nella serata Verdi Requiem i complessi artistici areniani celebrano i 120 anni dalla scomparsa del grande compositore con la sua massima opera di questo genere: sacra e umana, teatrale e intima al tempo stesso, offre spunti di riflessione e memoria illuminata dal monumentale patrimonio del Sito Archeologico di Paestum e del Parco Archeologico di Pompei.
Complementare a questa serata evento è la IX Sinfonia di Beethoven, creazione che ha cambiato per sempre la storia della musica: il suo perfetto “abbraccio alle moltitudini” citato nell’Ode alla gioia di Schiller messa in musica dal genio di Bonn, è idealizzato in un percorso curato dalla Fondazione Alinari per la Fotografia focalizzato sull’iconografia delle piazze, simbolico luogo d’incontro universale, come universale è la sinfonia e il suo messaggio extramusicale di gioia e speranza.
Completano il cartellone altre serate evento uniche, con l’atteso debutto di Jonas Kaufmann, oltre al ritorno della danza con Roberto Bolle and Friends e a quello di Plácido Domingo, divenuti veri e propri beniamini areniani/creatori del mito dell’Arena.