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La Creazione di Haydn inaugura il Festival della Valle d’Itria

Una inedita messa in scena ideata da Fabio Ceresa con la Fattoria Vittadini e la direzione di Fabio Luisi 

Sono pronte ad accendersi le luci di Palazzo Ducale, così come recita il titolo della 47a edizione del Festival della Valle d’Itria “Fiat lux”: sabato 17 luglio alle 21 debutterà la nuova messa in scena di uno dei lavori più iconici della produzione del compositore Franz Joseph Haydn, Die Schöpfung, oratorio in tre parti per soli, coro e orchestra che, a Martina Franca, sarà proposto in una nuova versione in italiano rivista da Filippo Del Corno a distanza di trentatré anni dalla traduzione realizzza padre, il grecista Dario Del Corno, proprio per il Festival della Valle d’Itria. L’esecuzione musicale èaffidata alla bacchetta del direttore musicale del Festival, Fabio Luisi, e prenderà vita in scena con la nuova regia di Fabio Ceresa che si esprime con i movimenti coreografici di Mattia Agatiello eseguiti dai danzatori della Fattoria Vittadini, i costumi di Gianluca Falaschi e le scene di Tiziano Santi.

A Martina Franca per l’esecuzione l’oratorio di Haydn, su libretto del barone Gottfried van Swieten – ispirato oltre che alle pagine del Libro della Genesi, al Paradise Lost di Milton (1667) – si rinnova la collaborazione con l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, mentre debutta il Coro Ghislieri, gruppo in residenza permanente al Centro di Musica Antica della Fondazione Ghislieri di Pavia, considerato oggi una della realtà italiane più originali nel campo della musica storicamente informata. Nel cast nei ruoli degli arcangeli Rosalia Cid (Gabriele), Vassily Solodkyy (Uriele) e Alessio Arduini (Raffaele), mentre per la coppia Adamo ed Eva, due giovani artisti dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”: il baritono catalano Jan Antem e il soprano Sabrina Sanza.

La regia di Fabio Ceresa, che mette in scena una pagina musicale non pensata originariamente per essere rappresentata, ma ricca di spunti che sono da sempre soggetto privilegiato nella storia dell’arte e del teatro: la realizzazione fisica del caos, degli elementi della natura e della rappresentazione di Dio diventa occasione per descrivere visivamente una delle riflessioni più profonde dell’essere umano, la sua presenza sulla terra e il suo “prima”.