La prima esecuzione in epoca moderna della versione parigina in francese in forma di concerto
S’inaugura venerdì 11 settembre 2020, alle ore 20.00 il XX Festival Verdi, “Scintille d’Opera”, nel nuovo teatro all’aperto di Parco Ducale (replica domenica 13 settembre 2020, ore 20.00), con la prima ripresa assoluta dalla sua prima esecuzione a Parigi nel 1865 di Macbeth (1865), melodramma in quattro parti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei tradotto in francese da Charles Louis Étienne Nuittier e Alexandre Beaumont.
Roberto Abbado, Direttore musicale del Festival Verdi, dirige la Filarmonica Arturo Toscanini e il Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani, nell’edizione critica della partitura curata da David Lawton, revisionata da Candida Mantica. Il cast è composto da Ludovic Tézier (Macbeth), al suo debutto a Parma e al Festival Verdi, Silvia Dalla Benetta (Lady Macbeth), Riccardo Zanellato (Banquo), Giorgio Berrugi (Macduff), anch’esso al debutto a Parma e al Festival Verdi, David Astorga (Malcolm), Francesco Leone (Un médecin), Natalia Gavrilan (La Comtesse) e Jacobo Ochoa (Un serviteur / Un sicaire / Premier fantôme).
Il direttore musicale Roberto Abbado, nelle note di direzione, anticipa: “In Macbeth Giuseppe Verdi aveva in mente e voleva qualcosa di nuovo. Le sue indicazioni si riferiscono peraltro a tutte le dimensioni dell’opera, che diventa un tutt’uno di teatro, poesia, musica, un Gesamtkunstwerk, anticipando le idee e la concezione dell’opera wagneriane, a vantaggio di una estrema concentrazione di espressività. Lavora in particolar modo sull’espressione, sui colori, sul timbro, sul tipo di suono che le parti vocali devono emettere, specialmente nel caso di Lady Macbeth e di Macbeth. La partitura originaria è corredata da una grandissima quantità di indicazioni e prescrizioni, estremamente nuove e precise, talvolta paradossali. Da queste si evince chiaramente che Verdi è alla ricerca di un nuovo tipo di canto, non più un canto belcantistico. E inventa un canto “sussurrato”, che diventerà tipico anche di altre opere future”.
L’ascolto del Macbeth “di Parigi” nella sua versione originale è possibile grazie all’adozione delle edizioni critiche delle partiture verdiane, una scelta coerente con un più ampio disegno del Festival Verdi che, grazie alla preziosa e fruttuosa collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi Verdiani, servendosi di un apporto scientifico rigoroso intende offrire un punto di riferimento al mondo dell’interpretazione musicale verdiana. Le esecuzioni sono integrali e fanno riferimento alla prassi interpretativa ottocentesca, soprattutto per quanto riguarda la vocalità, ferme restando la flessibilità e creatività necessarie a far rivivere la musica di Verdi nel mondo di oggi.