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Sesto Quatrini dirige Madama Butterfly al Teatro La Fenice di Venezia

Il capolavoro pucciniano in scena dal 10 al 22 settembre

Con Madama Butterfly il direttore Sesto Quatrini torna al Teatro La Fenice che ripresenta l’opera pucciniana nello storico allestimento del 2013 messo in scena in occasione della 55esima Biennale d’Arte di Venezia, con la regia di Àlex Rigola ora ripresa da Cecilia Ligorio e con le scene e i costumi di Mariko Mori. Le parti principali sono cantate da Monica Zanettin (Cio-Cio-San), Vincenzo Costanzo (Pinkerton), Manuela Custer (Suzuki) e Alberto Mastromarino (Sharpless). Il Coro del Teatro La Fenice è preparato da Alfonso Caiani.

La première di sabato 10 settembre è dedicata alla memoria di Renata Tebaldi, nell’ambito delle manifestazioni per il centenario della nascita, in collaborazione con la Fondazione Renata Tebaldi. Seguiranno quattro repliche: 16, 18, 20 e 22 settembre.

Sesto Quatrini ha dichiarato: «Amo moltissimo Madama Butterfly. È probabilmente l'opera che ho visto e ascoltato di più dal vivo. Ai tempi in cui lavoravo al Metropolitan, da spettatore partecipai a tutte le recite lungo ben due stagioni e mi innamorai profondamente della straordinaria ed immaginifica Butterfly di Anthony Minghella. La vita disegna traiettorie meravigliose e inaspettate e, qualche anno più tardi, ho avuto l'onore ed il piacere di debuttarla sul podio, proprio in quella versione, nel mio teatro di Vilnius che, con il Met e la English National Opera, ne è coproduttore. In questa stagione, oltre a dirigerla a fine gennaio sempre a Vilnius per tre recite, sono felice di tornare in uno dei teatri del mio cuore, La Fenice, proprio con questo titolo.
Rispetto a tutte le altre opere di Puccini, Madama Butterfly possiede una caratteristica unica: oserei dire che è un'opera che consta di un solo personaggio e delle sue vicende interiori. In pratica la musica sottolinea costantemente gli stati d'animo, le paure, gli amori, e più in generale il dramma psicologico della protagonista, come fosse un grande "monodramma" psicanalitico dove tutti gli altri personaggi sono degli elettroni che ruotano attorno all'atomo centrale: lei, Cio-Cio-San e la sua psiche, sono il costante riferimento per tutti gli altri, che vivono solo in funzione di lei, e lo stesso vale per i luoghi: la casa, la natura, così come gli oggetti di scena, siano essi minuti o grandi.
La musica, sorprendentemente caleidoscopica, abbozza, affresca, schiarisce e scurisce senza sosta, senza trascurare neanche il minimo dettaglio.  Dal punto di vista direttoriale la partitura è molto impervia, sia tecnicamente, per le costanti difficoltà agogiche che la tappezzano, come ad esempio l'ossessivo uso del rubato, i repentini cambi di tempo, una scrittura che non definirei fluida, quanto piuttosto dinamicamente e teatralmente frammentaria; sia per il difficilissimo rapporto con il palcoscenico, soprattutto nel bilanciamento delle voci rispetto a un'orchestrazione talvolta molto massiccia e muscolare. Il confronto con le grandi incisioni del passato, le tradizioni interpretative e, infine, l'universale popolarità di questo capolavoro, rendono il lavoro del direttore complesso e allo stesso tempo avvincente. Approfondendo continuamente lo studio di Madama Butterfly e sforzandosi nel rispettare fedelmente il dettato dell'autore si può capire perché Puccini non smise mai di amare la sua creatura considerandola ‘l'opera più sentita e suggestiva ch'io abbia mai concepito’.»