Recensioni - Cultura e musica

“Alegría” non canta più

Il Cirque du Soleil va in bancarotta e si trascina dietro i nostri sogni di uno spettacolo che può parlare all’umanità

Una pessima notizia per lo spettacolo, l’ennesima. Questa volta però la bancarotta del Cirque du Soleil porta con sé più di un rammarico artistico per i numerosi show che non ci saranno più in giro per il mondo, si porta via un’idea di spettacolo universale che univa gli uomini da Londra a Shangai, da Mosca a Rio, da New York a Tokio.

Alegría” è stato ed è ancora l’icona del sogno del Cirque du Soleil. Uno spettacolo creato per il mondo e fatto da artisti provenienti da tutto il mondo. Un grande show che non solo accomunava le migliaia di spettatori che accorrevano a vederlo in una qualsiasi città, ma tutti gli spettatori che, in ogni angolo del pianeta, insieme, avevano vissuto questa esperienza comune.

Ecco il vero merito del Cirque du Soleil: aver creato una nuova agorà teatrale e spettacolare planetaria, quasi una nuova Atene dello spettacolo che si ricreava ogni volta nelle più di 250 città toccate dallo show in tutto il pianeta.

Per questo “Alegría” rimarrà indimenticabile: “Come un assalto di gioia”.

Questa gioia ci accomunava: uomini e donne, di ogni popolo, etnia, credo politico, religione, orientamento e convinzioni. “Alegría” ha forse fatto più di ogni altro evento e discorso politico per farci sentire veramente parte della comunità umana.

Cantando e giocando con una delle arti più ancestrali dell’uomo, il circo, “Alegría” ha risvegliato in molti di noi il sogno di nuovo umanesimo interculturale. Questa gioia ora è sparita e ci sentiamo più isolati, più lontani.

Non possiamo arrenderci, dobbiamo lottare per tornare insieme a godere dell’arte, della musica, del circo, dello spettacolo, vicini, senza paura, umani fra esseri umani, per sentire ancora

Del estupendo grito del la tristeza loca

“Alegría

Come un assalto di gioia”

https://www.youtube.com/watch?v=Y4WgavzrtKQ

R. Malesci