Recensioni - Cultura e musica

“Ben è scemo di cervello chi si ammoglia in tarda età”

Don Pasquale opera buffa consigliata a tutti gli uomini che pensano a sposarsi dopo gli ‘anta in un eccellente allestimento al Teatro Ponchielli

Paolo Bordogna, nel ruolo del protagonista, ha una totale padronanza del personaggio e riesce ad improvvisare con tale naturalezza da confondere finzione con realtà. La sua voce è chiara e distinta fin dal suo duetto iniziale con Malatesta cantato con il brio che ben si addice ad un vecchietto arzillo che in veste da camera sorveglia il suo forziere eseguendo anche qualche timido esercizio ginnico.
Il ruolo di Ernesto, interpretato da Pietro Adaini, è quello maggiormente vicino alla sensibilità romantica: Ernesto è l’innamorato gentile che tutte le donne vorrebbero avere accanto a sé e che invece si trova a combattere contro un vecchio taccagno e strampalato che ostacola la vera ricchezza della vita, ovvero l’amore sincero e puro. La serenata di Ernesto “Com’è gentil la notte…” è stata molto apprezzata dal pubblico e ha visto il giovane tenore all’altezza del compito assegnatogli. Il cantante, giovane e bello, si adatta perfettamente al ruolo scritto dal librettista.
Di grande impatto scenografico l’ingresso di Norina nel secondo quadro del primo atto. Quasi come una silfide, Maria Mudryak viene calata con un’altalena costruita come una ghirlanda di fiori. Il suo canto ha regalato numerose sfumature di colore e le tonalità più alte sono state affrontate con discreta sicurezza. Il duetto finale del primo atto con Malatesta “Pronta io son…” è stato eseguito con ritmo ben sostenuto e buon equilibrio nelle parti. Bravissima poi a recitare il ruolo dell’ingenua e sprovveduta per farsi sposare dal vecchio ricco: lo convince di essere una brava donna che sta a casa a “cucire, ricamare e fare la calzetta, badare alla cucina” in modo da far passare in fretta il tempo senza farsi venire strane idee. Ma vedremo poi che dopo il matrimonio la faccenda cambia e non poco, per il povero Don Pasquale che arriva a pensare “ben è scemo di cervello chi si ammoglia in tarda età”!
Buona anche la prova del baritono, Pablo Garcia Ruiz, che si è sempre dimostrato all’altezza del personaggio, in particolare nel primo atto interagendo con don Pasquale nelle prime scene e poi andando a caccia di farfalle durante il duetto con Norina.
Assai riuscito e convincente l’allestimento ideato da Andrea Cigni: fantasioso senza per questo essere sopra le righe, ma anche atto a trasmettere l’idea di chiusura mentale del vecchio Don Pasquale tutto intento a difendere i suoi averi grazie alla costruzione del caveau.
Gradevoli anche gli interventi del coro OperaLombardia preparato dal Maestro Diego Maccagnola e dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano.

Sonia Baccinelli  19 novembre 2015


Don Pasquale è il prototipo dell’opera buffa di sapore settecentesco e, pur essendo molto leggera e gradevolissima,viene purtroppo rappresentata assai di rado. Composta da Donizetti in soli undici giorni, la trama può essere riassunta davvero in poche parole: un vecchio burbero e tirchio decide di sposare una giovane e bella ragazza che giustamente ama un coetaneo; ad aiutare la coppia interviene un amico e alla fine l’avaro resta gabbato grazie ad un divertente stratagemma.
La partitura, che ebbe successo sin dal debutto, prevede un cast di tutto rispetto e l’aspettativa non è stata affatto delusa in questa edizione cremonese.