Recensioni - Cultura e musica

A Milano in scena gli allievi della scuola di danza della Scala

Scuola di ballo dell’accademia teatro alla scala giovani talenti crescono

Il 16 aprile al Teatro alla Scala ho assistito allo spettacolo della scuola di ballo dell’Accademia del Teatro.

Che gioia vedere questi giovani danzare con grazia e talento, il pubblico con tifo da stadio, la sala gremita in ogni ordine e grado, il direttore d’orchestra incoraggiare gli allievi, seguirli con lo sguardo e applaudire la loro performance. È indubbiamente un momento di grande tensione salire sul palcoscenico del teatro per questi giovani che con fatica e dedizione da anni frequentano la scuola.

Immagino il loro stato d’animo, un insieme di entusiasmo e paura… Il palcoscenico incute sempre un certo timore, e figuriamoci per questi giovani, alla loro prima esperienza proprio su un palco prestigioso.

Hanno danzato con la tecnica, mostrando il loro talento ma soprattutto hanno incantato perché ci hanno messo il cuore. Ricordiamoci che per danzare bisogna esercitarsi ogni giorno, non si può saltare una lezione, una prova perché non si ha voglia.

È come con i cantanti lirici, anzi, forse più impegnativo. Infatti se un cantante per un giorno non muove la voce, non ci accorgiamo, se non la muove per una settimana e se non studia, eccome ce ne accorgiamo. La stessa cosa avviene per i ballerini che devono curare in modo quasi maniacale la loro forma fisica. Se ripenso al periodo in cui i teatri sono stati chiusi, i più penalizzati sono stati proprio i ballerini.

Infatti un cantante può studiare ogni giorno anche da solo, il ballerino, se sono chiuse anche le palestre, deve ingegnarsi per fare esercizi di mantenimento della muscolatura e rimanere agile ed in forma.

Dopo questa doverosa premessa, parlo dello spettacolo.

Il direttore della scuola Frédéric Olivieri ha curato le coreografie di questo balletto in cui hanno partecipato solisti, corpo di ballo e i giovanissimi allievi, i ragazzini. Il balletto era molto ben costruito, con musiche veramente belle di Peter Ludwig Hertel.

La storia era molto semplice: una ragazza ama un ragazzo, la mamma non vuole e organizza un matrimonio con un suo pupillo. Ma alla fine, complici gli amici e amiche degli innamorati, l’amore trionfa

L’ Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala ha suonato come l’orchestra del teatro, con un suono compatto e con le coloriture che la partitura richiedeva, merito del maestro David Coleman, che l’ha portata a questi livelli.

Le scene e i costumi erano di Luisa Spinatelli, rielaborati da Angelo Sala e Maria Chiara Donato. Le scene erano molto semplici ma funzionali alla vicenda, con particolari curatissimi, come le pentole nel camino e l’arcolaio. I costumi da contadini, colorati e magnifici.

Le luci sono state curate da Andrea Giretti che è stato bravissimo a ricreare i chiaroscuri tra il giorno e la sera, la penombra e la luce piena dei campi di grano.

Complimenti a tutti, solisti e corpo di ballo.

Cito i nomi dei solisti, in ordine di locandina, perché per bravura sono tutti alla pari.

Lise, l’innamorata era Rebecca Luca, l’innamorato Filippo Ferdinando Pagani, M.me Simone, la mamma Gisèlle Odile Ghidoli che ha danzato un pezzo con gli zoccoli olandesi, stupenda!

Alain Antonino Modica e Thomas, Andrea Denei, il padre e l’altro spasimante.

Auguro a questi ragazzi di rivederli presto su questo palco non più come allievi, ma come ballerini e ballerine affermati!

Se lo meritano!