
Felice debutto al Teatro Filarmonico della Constellation Choir and Orchestra con A midsummer night’s dream e Die erste Walpurgisnacht
In occasione della sua prima tournée italiana, ad un anno dalla sua fondazione, la Constellation Choir and Orchestra ha debuttato a Verona, ospite del Settembre dell’Accademia Filarmonica.
L’orchestra inglese fondata da Sir John Eliot Gardiner (anche lui al suo debutto veronese) dopo le vicissitudini che lo hanno allontanato dalle sue formazioni storiche, ha presentato un programma interamente dedicato alla musica “pagana” di Felix Mendelssohn Bartholdy. La scaletta prevedeva infatti le musiche di scena ispirate alla commedia Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare e Die erste Walpurgisnacht tratta dall’omonimo poema di Johann Wolfgang von Goethe.
Il concerto si è aperto con l’ouverture che il diciassettenne Mendelssohn compose dopo la lettura Sogno di una notte di mezza estate nella traduzione tedesca di August Wilhelm von Schlegel, cui fecero seguito, circa tre lustri dopo, le musiche scritte per accompagnare l’intera commedia che, nonostante il tempo intercorso, si caratterizzano per una notevole unità stilistica con l’ouverture stessa.
Nonostante gran parte dei brani godano di piena compiutezza e quindi si possano eseguire in totale autonomia rispetto al testo shakespeariano, spesso, per cercare di fornire al pubblico una narrazione che lo aiuti a contestualizzarli, l’esecuzione viene accompagnata da una voce recitante che crea una sorta di fil rouge tra i punti salienti della vicenda, dato che l’abbinamento con la rappresentazione dell’intera commedia risulterebbe parecchio impegnativo (anche se l’impresa riuscì alcuni anni fa al Teatro Regio di Parma con l’eccellente esecuzione firmata da Yuri Temirkanov). Per l’occasione Gardiner ha optato per una soluzione intermedia che prevedeva alcuni coristi impegnati a recitare, peraltro in modo eccellente, una selezione di scene che fungevano da raccordi tra i vari brani. Una vera lezione per molti cori nostrani dai quali, il più delle volte, quando si chiede un minimo di interpretazione dal punto di vista recitativo, ci si sente rispondere: “Noi siamo pagati per cantare”. Ma si sa: gli inglesi il teatro ce l’hanno nel sangue e quindi anche un cantante di musica classica, se richiesto, può disinvoltamente trasformarsi in un valido attore.
Il pubblico, dopo un’iniziale esitazione -il testo era infatti rigorosamente inglese, compreso quello della ninnananna che nell’originale mendelssohniano era in tedesco- ha colto e molto apprezzato lo spirito della proposta. Ottima infatti si è rivelata anche l’esecuzione musicale che ha dimostrato una grande intesa tra direttore ed orchestra, nonostante il legame sia di recente formazione. Da segnalare la singolare composizione dell’organico che prevede strumenti d’epoca per fiati ed ottoni ma non per gli archi.
Di livello ancora superiore la seconda parte in cui si è ascoltata un’esecuzione emblematica di Die erste Walpurgisnacht, in cui anche il coro ha dato prova di straordinaria compattezza e raffinatezza, dalle cui file sono usciti gli interpreti che di volta in volta sono stati chiamati a proscenio per le parti solistiche, ovvero il Sarah Denbee (contralto), Graham Neal e Jonathan Hanley, (tenori) e Alex Ashworth e Peter Edge (bassi).
Successo incondizionato ed applausi entusiasti al termine di entrambe le esecuzioni.