Recensioni - Cultura e musica

A Verona la grande Mitteleuropa di Mahler

Ottima esecuzione della settima sinfonia diretta da Marcus Bosch

Per la stagione sinfonica al Teatro Filarmonico di Verona, una serata dedicata a Gustav Mahler, con l’esecuzione della sua settima sinfonia in mi minore, “Lied der Nacht”, ovvero Il Canto della Notte.

In grande spolvero l’orchestra della fondazione Arena di Verona, che ha ottimamente eseguito la partitura.

Scritta fra il 1904 e il 1906, con la prima esecuzione avvenuta a Praga nel 1908 diretta dal compositore stesso, la settima sinfonia nasce fra i laghi e boschi della Carinzia, ritiro estivo della famiglia Mahler.

Appartenente alla fase centrale del sinfonismo mahleriano, la settima è un grande canto della Mitteleuropa, un canto di natura e bellezza, un canto di cultura millenaria, un canto di popoli in pace, un canto di fiducia. La prima guerra mondiale, che distruggerà la civiltà danubiana e l’Europa dei popoli, era terribilmente vicina, ma per i contemporanei imprevedibile e lontana. L’ inconcepibile catastrofe (a dispetto delle banali e facili previsioni dei posteri), si abbatterà sulla storia di lì a poco, spazzando via il mondo armonico di Mahler, che avrà la fortuna di morire nel 1911, prima di una tale tragedia.

La sinfonia è costruita in cinque movimenti, con il primo e l’ultimo densi di immense volute sonore e di siderali grandezze sinfoniche, fra cui si inseriscono i tre movimenti centrali, scherzosi, a tratti malinconici, in cui si espande il coté notturno da cui prende il nome la sinfonia: il canto della notte.

Così, se il primo movimento è ancora denso di turgore orchestrale, il secondo (ovvero la prima musica notturna), torna all’espressionismo della natura della Carinzia, con accenti nordici, cromatismi ironici nell’uso espressivo dei fiati e della congerie di percussioni. Lo scherzo, il terzo movimento, richiama addirittura alla mente l’incerto incedere di troll, elfi e folletti che popolano i boschi di un Europa unita fra il Reno e il Danubio, quasi questi fiumi non fossero più tragici confini, ma vie d’unione e di fratellanza.

Ma è nel quarto movimento, ovvero la seconda musica notturna, che la musica di Mahler si espande in roride gocce di genialità, con il rincorrersi delle sezioni strumentali, il richiamo espressionista a una notte che diventa riflessione universale: l’esaltazione della grande cultura europea che abbraccia il continente dai ghiacciai del nord fino al blu del mediterraneo, con l’intervento acceso e ritmato del mandolino e della chitarra.

Quarto movimento che trasecola nella festa sonora del Rondò-Finale del quinto movimento, introdotto dal gioco magico del rullare imponente del timpano. Denso, agogico, imprendibile e imprevedibile in un ripetersi e arrovellarsi di temi e sonorità, che scemano e ritornano moltiplicati, magistralmente condotti dalle trombe e dai corni, preminenti in un sollucchero sonoro che sa di felicità, di fiducia e di avvenire. Ritorna la natura trionfante, di nuovo quella della Mitteleuropa, con le campane tubolari a ricordare la millenaria civiltà della scrittura amanuense conventuale e i campanacci (Herdenglocken), a ricordare la civiltà agricola, che ha trasformato nei secoli l’Europa in un giardino misura d’uomo. Una musica eterna, solare, moderna e aperta al futuro, con accenni atonali, soluzioni ardite e un finale che si spegne in un lampo, imprevisto e imprevedibile. Con lo stesso lampo imprevedibile la storia di lì a poco, con la complicità di uomini scellerati, distruggerà questa musica e questa civiltà già pienamente europea, di cui Gustav Mahler è stato fra i maggiori cantori.

Marcus Bosch dirige con precisione e tempi perfetti l’Orchestra della fondazione Arena di Verona, che riesce ad affrontare ottimamente anche un repertorio complesso come questo. Il direttore ha gesto deciso, asciutto, quasi scarno. L’esecuzione è altrettanto rigorosa, a tratti teutonica, nella migliore tradizione dei Kappellmeister dei tempi passati.

Grandi applausi nel finale da parte di un pubblico attento ed estasiato.

Raffaello Malesci (Venerdì 16 Maggio 2025)