Ripresa dello storico allestimento di Alberto Fassini al Teatro Regio
Un'Aida di impianto tradizionale quella vista a Parma per la Stagione Lirica 2011 - 2012. Lo spettacolo curato per la regia da Joseph Franconi Lee, ripreso da un precedente lavoro di Alberto Fassini del 2005, si avvale della classica iconografia egiziana con colonne, divinità e geroglifici. L'unico accento di modernità della scena è il decoro interamente sui toni del grigio cosa che se da una parte crea svariate suggestioni rende il tutto anche sostanzialmente monotono.
I costumi di Mauro Carosi richiamano un Egitto vagamente stellare senza però mai prendere una direzione precisa e con svariate trovate di dubbio gusto, dall'eccesso nelle colorazioni ai cappelli assolutamente improbabili dei sacerdoti, ad Aida che francamente sembrava uscita da un concerto di musica etnica.
In generale tuttavia il risultato è piacevole e sostanzialmente tradizionale anche se il confine con il polveroso è in questo caso davvero labile. La regia dei cantanti pareva curata per alcuni e completamente assente per altri, anche in questo caso siamo nel solco della tradizione che diventa però vera e propria archeologia. Particolarmente imprecisi i mimi e i movimenti del coro che sembra totalmente ignorare la propria importanza dello "stare" in scena in modo credibile. Interessanti di contro le coreografie di Marta Ferri che tratta la materia con una buona dose di ironia, cosa però non in linea con il resto dello spettacolo.
Per quanto riguarda il versante vocale è stata una serata alquanto discontinua in cui segnaliamo la bella prova di Tiziana Caruso come Aida e di Alberto gazale come Amonasro. Discreta anche la Amneris di Mariana Pentcheva, mentre il Radames di Hector Sandoval aveva un timbro troppo leggero per la parte, con suoni sfocati e una voce piccola per la sala del Regio di Parma. Ingolato e con scarsi armonici il Ramfis di George Andguladze, discreto il Re di Carlo Malinverno. L'orchestra del Teatro Regio di Parma era diretta da Antonino Fogliani.
Applausi convinti nel finale e qualche sporadica contestazione per il direttore.
Raffaello Malesci (08/02/12)