Recensioni - Cultura e musica

Amadeus Live all’Auditorium Parco della Musica di Roma

Proiezione della storica pellicola di Miloš Forman del 1984 con esecuzione delle principali musiche della colonna sonora ad opera del Coro e dell'Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretto da Ludwig Wicki.

Rivedere una pellicola come Amadeus è stato sicuramente un gran piacere, soprattutto nel contesto della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica gremita di spettatori, a testimonianza dell’interesse per questa formula coinvolgente e convincente e forse anche per la musica e la vita del grande compositore austriaco.

Il film è stato proiettato in lingua originale sottotitolata in italiano, nella sua versione più nota al grande pubblico, quindi priva delle scene previste nella director’s cut.

L’integrazione della musica dal vivo con la proiezione è stata perfetta. Quasi non ci si sarebbe accorti degli intermezzi musicali eseguiti dall’orchestra e dal coro se non fosse stato ovviamente per il suono specifico dell’esecuzione dal vivo.

Qualche volta l’esecuzione dei brani ha forse un po’ coperto la voce degli attori della pellicola, ma non ha rappresentato un gran problema. La dinamica della sovrapposizione eccessiva tra musica dal vivo e voci registrate del resto è stata sicuramente considerata, poiché il volume è stato modulato in modo da non essere troppo invasivo.

Ricordiamo che la vicenda narrata si ispira alla pièce teatrale di Peter Shaffer del 1979, a sua volta basata su un precedente lavoro di Puskin e dunque non ha riscontro con la biografia di Mozart: non ci fu mai una rivalità con Salieri. Probabilmente i due non si conobbero neppure di persona.

Il film presenta ben trentadue brani a formare una specie di grande partitura che risulta in effetti incentrata sul periodo in cui Mozart visse a Vienna. Quasi tutte le composizioni citate infatti sono state scritte negli anni in cui si era stabilito nella capitale austriaca o in qualche modo legate ad essa.

Molto d’effetto l’incipit, sulle prime note dell’Ouverture del Don Giovanni, che ritornano spesso nel corso del film a sottolineare momenti topici legati soprattutto alla figura di Leopold Mozart, il padre del grande compositore austricao.

Il primo movimento della splendida Sinfonia nr 25 in sol minore, utilizzato per i titoli di apertura dopo il breve prologo del film, ci porta nel vivo della vicenda. E’ anche uno dei brani più lunghi ad essere eseguiti. L’esecuzione ricorda molto quella del brano originale del film, diretto da Sir Neville Marriner con dall'Academy of Saint Martin-in-the-Fields.

Molto suggestivo il coro Quando corpus morietur tratto dallo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, magnificamente eseguito dal coro. Anche le danze tradizionali ungheresi suonate per la festa in onore dell’Arcivescovo Colloredo nel suo palazzo viennese sono state valorizzate dall’esecuzione diretta e quindi anche più apprezzate che nel film originale, così come pure lo splendido largo della Serenata per fiati in Si bemolle maggiore.

Una sfida molto interessante invece è stata l’accompagnamento dell’aria Martern aller Arten, dal Ratto dal serraglio: non disponendo di un soprano in sala, i tecnici hanno evidenziato la voce registrata e l’orchestra l’ha accompagnata integrandosi con essa perfettamente. Un risultato davvero ottimo. Stessa cosa è avvenuta per il bellissimo III atto ed il successivo finale del IV atto delle Nozze di Figaro: il coro ha raddoppiato le voci registrate nella scena del Contessa Perdono, creando una grande emozione per la bellezza assoluta di questa pagina musicale stupefacente.

La scena del matrimonio con Constanze Weber ha brillato particolarmente per il magnifico Kyrie con cui si apre la Messa in do minore ottimamente eseguito dal Coro di Santa Cecilia.

La sezione finale del film mette a confronto due lati contrapposti: la morte, legata alla composizione del Requiem e la vita, legata invece per contrasto alla composizione del Flauto magico. Sono le sezioni musicali più lunghe del film e qui ovviamente l’orchestra ed il coro hanno dato il meglio potendo eseguire brani quasi completi.

Molto interessante la scena del “montaggio compositivo” delle varie parti del Rex Tremendae Majestatis dove le voci della partitura vengono suonate prima singolarmente e poi tutte assieme, rivelando la struttura interna di questo mirabile coro.

Ma anche le parti del Flauto Magico che fanno da contraltare al Requiem sono state ottimamente eseguite, sempre integrando le voci originali registrate dei cantanti solisti con l'orchestra dal vivo, dimostrando una perfetta direzione d’orchestra del Maestro Ludwig Wicky.

Sempre emozionanti infine i due brani conclusivi di questa meravigliosa colonna sonora: il Lacrimosa dal Requiem e il secondo tempo del concerto per pianoforte e orchestra nr 20 in re minore.

Riguardo il Lacrimosa, vale la pena ricordare che le ultime note scritte effettivamente da Mozart sono le prime otto misure del coro, completato poi dal suo allievo Sussmayr per poter consegnare la partitura completa al committente della messa, il Conte von Walsegg che la volle dedicare alla memoria della moglie. Questa consapevolezza ha reso ancor più emozionante ascoltare questo magnifico pezzo.

L’ultimo brano ha invece accompagnato i titoli di coda del film: molto bravo il pianista Andrea Rebaudengo che ringraziamo per l’interpretazione di una delle romanze più dolci ed eleganti di Mozart.

Un’esperienza che ci sentiamo di raccomandare a tutti gli amanti del buon cinema, oltre che della buona musica e magari anche ai più giovani che vedono questa pellicola per la prima volta. Questa formula riesce ad unire due arti diverse ma sempre legate in una veste nuova e inedita in qualche modo.

Speriamo in nuovi altri esempi di tale sperimentazione!