Recensioni - Cultura e musica

Antonio Pappano conquista il pubblico del Teatro Alla Scala

Strauss, Berlioz e Mozart per la London Symphony Orchestra

Nel concerto dedicato alle Orchestre ospiti, si sprecano gli applausi per gli strumentisti della London Symphony Orchestra, che presenta un programma basato sull’esecuzione di due poemi sinfonici: “Till Eulenspiegels lustige Streiche op. 28” di Richard Strauss e la ben nota “Symphonie fantastiche op. 14” di Hector Berlioz. Tra le due composizioni, spazio al “Concerto n.5 in la maggiore K.219” di Wolfgang Amadeus Mozart, per violino e orchestra, con un’interprete di eccezione: la violinista georgiana Lisa Batiashvili.

Antonio Pappano dirige con impeto e decisione. I suoi movimenti, che a tratti possono apparire esagerati, riflettono in realtà il temperamento sanguigno di un uomo che sul palco trova la sua giusta collocazione, al punto da apparire un tutt’uno con la sua orchestra, che lo segue fedele e riesce a far emergere dalle partiture una pioggia di colori che garantisce agli astanti di assaporare appieno ogni frase e ogni singola nota.

L’op. 28 di Strauss, caratterizzata da un corposo uso dei fiati (corno e clarinetto in particolare), è un alternarsi di momenti virtuosistici e passaggi più pacati, che ben riflettono le tematiche dei personaggi del poema. In alcuni momenti gli strumenti suonano al massimo delle proprie possibilità, creando situazioni di caos apparente, che non rende la composizione meno interessante; anzi l’ascolto risulta gradevole, avvincente, spesso divertente.

Il Concerto K.219 di Mozart vede salire sul palco l’ottima Lisa Batiashvili. La violinista non si siede, va a prendere posto alla sinistra di Pappano e, rivolta alla platea della Scala suona esibendo grosse qualità tecniche, virtuosistiche ed interpretative. Da sottolineare l’esecuzione della non semplice cadenza che porta alla conclusione del primo movimento, Allegro aperto. Batiashvili è l’anima di un’orchestra che, rispetto al “Till” di Strauss si riduce ad un numero ridotto di elementi, secondo l’organico previsto da Mozart. L’artista socchiude spesso gli occhi, come se dialogasse con il pubblico, sovente quando è in pausa rivolge uno sguardo al Maestro concertatore Pappano e sorride incantata, tutta presa dalla musica che il suo violino produce. Al termine dell’esibizione sono incessanti le acclamazioni. Batiashvili esce di scena e rientra sul palcoscenico numerose volte, producendosi in un bis con il primo violino della LSO Roman Simovic. I due interpretano un breve brano tratto dalla raccolta di Bartok “44 Duos for Two Violins”.

Infine, la “Symphonie” di Berlioz. L’orchestra si ricompone numerosa, due arpisti (Elizabeth Bass e Bryn Lewis) si accomodano di fronte al proprio strumento. Pappano trasforma in scorrevole e spesso “leggera” una composizione lunga, complessa, non sempre di facile ascolto nei cinque movimenti che la compongono.

L’ “idea fissa”, il tema musicale di partenza e ricorrente, muta nei diversi movimenti, in modo da assimilarsi ai sentimenti e agli stati d’animo del protagonista. Un’opera, questa di Berlioz, dove ogni strumento ha il suo spazio e concorre alla narrazione della vicenda interiore del compositore stesso, vero personaggio principale del poema, sofferente per amore.

“Grazie per questa meravigliosa accoglienza - commenta Pappano a conclusione della serata, la sua voce è schiacciata dalle ovazioni -; in cambio vi offriamo un bis, la “Pavane” di Fauré”.

Lo spettacolo di una serata di grande musica si prolunga, quindi, per altri otto minuti.