Recensioni - Cultura e musica

Arbore e l’Orchestra Italiana trionfali al Filarmonico

Un apprezzato fuori abbonamento nella rassegna del Settembre dell’Accademia

Fedele alla sua tradizione di contaminazioni con la musica leggera (ricordiamo infatti nelle scorse stagioni le felici “intrusioni” di musicisti quali Mauro Pagani, Georges Moustaki, Max Raabe, per citarne alcuni), l’Accademia Filarmonica ha inserito nel cartellone di settembre, dedicato alla grande tradizione sinfonica, un appuntamento con Renzo Arbore e l’Orchestra italiana, peraltro già ospite di questa rassegna alcuni anni fa.

Cercare di introdurre l’artista foggiano senza cadere nell’ovvio è praticamente impossibile. Tutti infatti lo conoscono per le sue numerose esibizioni teatrali, cinematografiche e, soprattutto, radiofoniche e televisive. È stato infatti attraverso i suoi programmi quali Alto gradimento, L’altra domenica, Quelli della notte e Indietro tutta, che Arbore ha rivoluzionato il modo di fare radio e televisione e che ha conquistato la grande popolarità. 
Nonostante questo il celebre showman non ha mai smesso di considerarsi prima di tutto un musicista e non ha mai nascosto che, tra le tante sue occupazioni, la sua passione più grande sia quella di esibirsi con la sua Orchestra Italiana, nata un quarto di secolo fa, con la quale ha contribuito alla riscoperta del grande repertorio della canzone napoletana.
Ed è proprio nel nome della canzone napoletana e di uno dei suoi più grandi interpreti, ovvero Roberto Murolo, che si apre il concerto, cui fanno seguito classici come Reginella, titoli di repertorio umoristico quali “Pensiamo alla salute” e omaggi ad altri grandi musicisti quali Renato Carosone e Natalino Otto.
Non mancano incursioni nel mondo della lirica (il pucciniano Nessun dorma dedicato all’Accademia Flarmonica, padrona di casa) e nella canzone portoghese, ma è il repertorio tradizionale italiano che la fa da padrone.
Arbore, da grande uomo di spettacolo quale è, con il pretesto di presentare i singoli brani si addentra nel corso della serata in gustosi e divertenti monologhi che spesso si trasformano in veri e propri sketch che coinvolgono i vari componenti della band.
Al programma “ufficiale”  segue una nutrita sezione di bis che, oltre al classico Luna rossa, include i successi degli anni di Quelli della notte e Indietro tutta: Ma la notte no, Sì la vita è tutta un quiz, Vengo dopo il tiggì, per far calare definitivamente il sipario sul “Materasso”.
Al termine applausi entusiastici da parte di un Teatro Filarmonico esaurito in ogni settore al talento e alla professionalità di Arbore e di tutta l’orchestra, che, per oltre due ore e mezza senza intervallo, hanno saputo intrattenere, divertire e commuovere grazie alla grande musica italiana.

Davide Cornacchione 10 settembre 2014