Recensioni - Cultura e musica

Arena: Nabucco, 20 anni di successi per Leo Nucci

In una serata disturbata dalla pioggia, che ha fatto ritardare di ben più di un’ora l’inizio dello spettacolo, Leo Nucci ha festeg...

In una serata disturbata dalla pioggia, che ha fatto ritardare di ben più di un’ora l’inizio dello spettacolo, Leo Nucci ha festeggiato i vent’anni dalla prima interpretazione di Nabucco calcando con maestria consumata e una voce ancora intatta e squillante l’immenso palcoscenico areniano a Verona.

A Nucci è capitata la ventura di festeggiare questo suo anniversario artistico come protagonista di uno spettacolo particolare sospeso fra il minimalista e il trucido che aveva alcune luci ma anche diverse ombre. Regia e scene erano affidate a Graziano Gregori mentre i costumi a Carla Teti. Gregori ha costruito una messa in scena sostanzialmente simbolica dove gli idoli pagani babilonesi si contrappongono agli angeli alati ebrei. In uno scenario volutamente scarno lo spettacolo si dipana senza particolari lampi registici e con l’utilizzo di alcune trovate mutuate dalla precedente edizione di De Ana. In particolare ha disturbato la ricerca di crudezza e di efferatezza da parte dei Babilonesi con un realismo che poteva essere efficace ma che è risultato ridicolo perché malamente eseguito, vedi gli impiccati alle porte o gli sgozzamenti in scena degni di un film muto. Per il resto si procedeva con movimenti di massa scontati e con una profusione di idoli spesso ridicoli. Nessun apporto particolare dai costumi e dalle coreografie.

Altro discorso invece sul versante canoro che decisamente risollevava la serata. Oltre al veterano Leo Nucci che ha dato una bella prova di intensità, protagonista assoluta è stata la Abigaille di Andrea Gruber che ha brillato con una voce saldissima e svettante nell’ampio spazio areniano concedendosi persino il lusso del da capo nella cabaletta “Salgo già del trono aurato…”. Ottima anche la prova di Giacomo Prestia come Zaccaria. Discreto l’Ismaele di Marco Berti e la Fenena di Susanna Poreczky. Buona e fortunatamente meno irruenta del solito la direzione di Daniel Oren.

R. Malesci
(4 Agosto 2002)