Recensioni - Cultura e musica

Bari: Metti un pomeriggio con Rachmaninov

Fabio Mastrangelo e Alexander Malofeev protagonisti al Teatro Petruzzelli di un concerto con musiche di  Rachmaninov, Debussy, Čajkovskij

Le incombenze della fase Covid portano, a volte, a scegliere un po’ distrattamente gli spettacoli della ripresa, attirati certamente dalla riapertura alla musica sinfonica del Teatro Petruzzelli, un po’ meno dai nomi degli astri nascenti del panorama musicale internazionale. Così, un pomeriggio abbastanza caldo e noncurante del solstizio gli spettatori del Petruzzelli (600, nel più rigoroso rispetto delle norme anti-covid alla pomeridiana, ed altrettanti alla replica serale) hanno potuto assistere prima increduli e poi sempre più entusiasti all’ottima orchestra diretta dal maestro Fabio Mastrangelo nell’esecuzione del Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov, con un solista d’eccezione: Alexander Malofeev, giovane biondo al seguito del direttore, non così diverso dagli adolescenti che alla stessa ora popolavano le strade dello shopping adiacenti al politeama barese, che, seduto al pianoforte, ha saputo offrire con sicurezza ed altrettanta naturalezza l’alternarsi tra compostezza apollinea a toni cupi del famoso brano del compositore russo.

L’entusiasmo del pubblico nei confronti del giovane pianista russo si è ulteriormente accresciuto dopo l’esecuzione dei due bis: una trascrizione di Čajkovskij del lago dei cigni ed un brano di Prok. Quest’ultimo brano, breve ma dall’accentuato virtuosismo e dominato perfettamente sia dalle tecnica che dall’interpretazione di Malofeev ha convinto ancora di più (se mai ve ne fosse bisogno) di aver vissuto un evento eccezionale, ascoltando dal vivo un artista destinato a far parlare di sé nei prossimi anni. Il brando di Debussy, La Damoiselle élue, è stato un’oasi di pace dopo la tempesta pianistica: la raffinatezza delle mezzosoprano Molinari e Petrone e del coro femminile hanno stemperato la tensione quasi titanica della prima parte. Il Capriccio italiano, nella sua magistrale esecuzione, ha riportato al centro dell’attenzione l’orchestra ed il suo direttore. La musicalità del brano, dalle note festose e popolari ha suggellato con un messaggio di speranza il concerto della riapertura.

Nel frattempo sono state confermate le prossime tre date del mese di ottobre e la prima di novembre per i quattro concerti da camera in programma nella stagione 2020.