Recensioni - Cultura e musica

Basta che funzioni

Sì, finalmente funziona di nuovo. Meno male che Woody c’è.

Un film di Woody Allen.
Con Ed Begley jr, Patricia Clarkson, Larry David, Conleth Hill, Michael McKean.
Evan Rachel Wood, Henry Cavill, John Gallagher Jr, Jessica Hecht, Carolyn McCormick, Christopher Evan Welch, Lyle Kanouse, Cassidy Gard, Marcia DeBonis, Willa Cuthrell-Tuttleman, James Thomas Bligh, Steve Antonucci, Olek Krupa, Chris Nuñez, Nicole Patrick, Yolonda Ross
Titolo originale Whatever Works. Commedia, durata 92 min. - USA, Francia 2009. – Medusa

Dopo la parentesi poco felice di Vicky Cristina Barcelona e il suo tour europeo, ritroviamo un Woody Allen regista e sceneggiatore in grande spolvero…era un po’ che i suoi fans lo attendevano.
Trova un alter ego alla sua altezza, il comico Larry David, che impersona Boris Yelkoff, professore di meccanica quantistica in pensione arrivato quasi al Nobel (“lei che ha preso tutti quei premi Oscar” gli dice l’esilarante Marietta -Patricia Clarkson), che ha perso la moglie, l’agiatezza e la casa dopo un tentato e ridicolo suicidio (è atterrato su un ombrellone).
Boris è misantropo, un po’ misogino, cinico, antipatico, sentenzioso ed egocentrico a tutto tondo, e disserta con i suoi amici un po’ intellettuali ed un po’ sfigati del Village con il suo umorismo al vetriolo e la sua intelligenza devastante, che gli procura attacchi di panico e lo fa andare al pronto soccorso convinto che la puntura di una zanzara sia un melanoma. Intanto insegna scacchi ai bambini del quartiere, che insulta (madri comprese) senza pietà. Il Caso, che, secondo Allen, è una costante e non una variabile nella vita di ognuno, gli fa incontrare Melody, una miss di provincia ingenua ma autentica (la simpaticissima e convincente Evan Rachel Wood), che lui ospita provvisoriamente in casa, e che finisce per sposare. L’arrivo, uno per volta, dei genitori di lei scatenerà altri Casi ed altri cambiamenti d’orizzonte esistenziali ed affettivi, in un susseguirsi di sfolgoranti dialoghi e situazioni comiche irresistibili, contornati da deliziose citazioni cinefile e da una colonna sonora che alterna il jazz caldo di Woody e la musica classica che ama quanto il jazz. E’ superfluo forse dire che gli attori funzionano come un orologio dai tempi comici perfetti. E nel cinismo congenito di Boris c’è un tocco finale alla Frank Capra, che tempera la cupa disperazione di lavori come Match Point. Forse è un po’ stucchevole quel rivolgersi spesso agli spettatori fissando la cinepresa, ma l’intelligenza e l’arguzia del film sono tali che si perdonano volentieri queste sbavature narcisistiche da guru. Perché poi ha ragione lui, basta che funzioni, basta “rubacchiare un po’ di felicità”…e la malinconia può essere uno splendido spartiacque fra il riso e il pianto.
Bentornato a Manhattan.

Elena Bettinetti