Terminato da Guy de Maupassant nel 1884, Bel-Ami è la storia di un arrampicatore sociale senza scrupoli, che sfrutta la sua bellezza e le sue capacità di seduzione per scalare tutti i livelli sociali passando spavaldamente da un’amante all’altra e da un
Terminato da Guy de Maupassant nel 1884, Bel-Ami è la storia di un arrampicatore sociale senza scrupoli, che sfrutta la sua bellezza e le sue capacità di seduzione per scalare tutti i livelli sociali passando spavaldamente da un’amante all’altra e da un matrimonio all’altro. Il tutto sullo sfondo della frenetica e per certi versi ancora attualissima Parigi borghese di fine ottocento.
Il romanzo di Maupassant è il perfetto e conciso racconto di un’ambizione: Gorge Duroy soprannominato appunto Bel-Ami, che via via muterà il suo nome in Conte Du Roy de Cantel, dopo aver abbandonato la legione straniera, entra nel giornalismo spinto da un amico, fa carriera in virtù di amanti ricche e opportune e grazie ad un matrimonio oculato. Giunto a quel tanto di potere, diventa sempre più spregiudicato tanto da arrivare ad essere redattore capo e a sposare in seconde nozze, dopo un veloce e provocato divorzio, l’ingenua figlia del padrone del suo giornale. Il romanzo si conclude con la coppia di sposi che esce dalla chiesa e Bel-Ami che vede in lontananza la camera dei deputati sua prossima e ormai vicina ambizione.
Certo esposto in questo modo il lungo racconto di Maupassant potrebbe apparire freddo, calcolato, immorale come ebbe a definirlo Tolstoj. In realtà Georges Duroy ci appare nella lettura tanto più simpatico e gaglioffo in quanto percepiamo che egli si muove abilmente da squalo in un mondo di squali. Maupassant ha la grande capacità di tratteggiare vividamente con poche pennellate salienti la società parigina del tempo: ne esce un crogiolo di ambizioni, di intrighi politici, di scandali sessuali, un mondo complesso che ci ricorda da vicino quello in cui viviamo.
Forse nell’ottocento il romanzo di Maupassant poteva apparire immorale, come dice Tolstoj incerto nel collocare bene e male, oggi invece Bel-Ami resta di grande attualità poiché Maupassant già allora aveva colto la grande sfida per l’uomo “morale” e cioè discernere la complessità del mondo, collocare i sentimenti, aspirare alla felicità, in poche parole sopravvivere.
In questo senso Georges “Bel-Ami” è un campione e viene voglia di imitarlo nonostante le sue canagliate il suo essere spregiudicato e appunto “immorale”. Maupassant ci fa capire che Bel-Ami è il prodotto della società di allora, ci fa riflettere proiettando in fondo la nostra riflessione sulla società odierna che improvvisamente scopriamo popolata di molti, moltissimi “Bel-Ami”.
Da leggere!
R. Malesci (18/05/08)