Orchestra, étoiles, primi ballerini, solisti e corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Una bella edizione dello Schiaccianoci che ha deliziato il pubblico romano, con frequenti applausi a scena aperta. La perfetta fiaba di Natale per grandi e piccini. Ed in effetti abbiamo osservato un'elevata presenza in sala di piccoli spettatori, molto attenti durante l’esecuzione. L’impressione generale è stata davvero buona: scenografie bellissime, coreografie coinvolgenti, belle le luci e ovviamente bravissimi i ballerini sul palcoscenico. Musica stupenda e ottimamente eseguita dall’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, splendidamente diretta dal Maestro Nir Kabaretti.
Il Maestro Nir Kabaretti valorizza la musica del grande compositore russo, seguendo uno stile di direzione classico, anche se forse un po’ rallentato. Diversi brani sono eseguiti più lentamente di quanto ci si potesse aspettare, ma lo spettacolo in sé non ne risente particolarmente.
Dopo l’esecuzione della Ouverture Miniature, con le sue note leggere e rapide, si apre il sipario e subito siamo catapultati in una scena da favola: un mercato natalizio, con la neve che cade e i primi personaggi che si muovono sulla scena. L’effetto della neve, che ci accompagna per tutta la rappresentazione in forme sempre diverse, è stato reso davvero bene: un mix di luci proiettate sul palco, fiocchi di polistirolo e un fondale a video. Il risultato è davvero coinvolgente e conferisce un’atmosfera particolare che ci ha subito catturati.
Quello che colpisce immediatamente sono la regia e le scene di Paul Chalmer. Sono principalmente tre gli ambienti: gli interni liberty di Casa Stahlbaum, il bosco innevato e misterioso ed il castello nel Regno dei dolciumi dominato dalla Fata Confetto.
I sontuosi interni di Casa Stahlbaum sono resi tramite quinte in stile liberty ed un bellissimo fondale che tramite l’uso di proiezioni video cambia continuamente. Dalle ampie finestre del fondale si intravede all’esterno una intensa nevicata su un panorama di tetti innevati, molto suggestivo. Con sapienti e riusciti effetti di luci sono evidenziate in modo distinto e convincente le varie fasi della trama che si svolgono in questo ambiente iniziale. Il ballo per la festa di natale è reso sontuoso grazie all’albero di natale dorato che troneggia sul fondale, le quinte in stile liberty ed i costumi ricchi e variegati, ispirati alle prime versioni del balletto, che invadono la scena affollata sia di bambini che da adulti. Il sogno di Clara al termine della festa è reso invece da luci fioche, fondi neri e fasci di luce concentrati sui personaggi che si muovono in scena. Scena scura anche per la successiva battaglia tra topi e soldatini, molto divertente.
L’ambiente successivo è un bosco misterioso, parte del sogno di Clara. Le quinte liberty svaniscono e sono sostituite da abeti innevati mentre la neve torna a riempire completamente la scena, anche in forma di bufera creando un’atmosfera notturna davvero molto coinvolgente. Suggestiva poi l’idea di utilizzare una mongolfiera per far volare via Clara ed il principe dal bosco innevato verso nuovi lidi: un classico colpo di teatro che ha sempre il suo fascino.
Ambienti luminosi e coloratissimi invece per il Regno dei dolciumi, dove atterra la mongolfiera di Clara ed il principe. In questa parte della favola, la scena si svolge nel Castello della Fata Confetto, regina del Regno dei dolciumi. Il fondale con proiezioni video ancora una volta riesce a caratterizzare le varie scene e le varie danze della suite del secondo atto. Forse si poteva dare maggiore risalto al tema dei dolciumi, che restano invece un po’ relegati sullo sfondo della scena tramite una rappresentazione stilizzata.
Questo balletto è caratterizzato da musiche stupende ed in diversi casi anche molto famose. Ecco quelli che sono stati a nostro avviso i momenti salienti nel corso della rappresentazione. La marcia dei bambini durante la festa di natale in casa Stahlbaum, una scena caleidoscopica su un motivo celeberrimo. La coreografia riesce a rendere in modo efficace la complessità dei movimenti dei numerosi attori sul palco. I piccini sono stati divisi in gruppi che interagiscono tra loro mentre eseguono movimenti ampi, come girotondi e corse in diagonale. Gli adulti invece assistono ai lati del palco. Nella scena si distingue anche Gabriele Consoli nei panni del capriccioso Fritz, fratello di Clara (la bravissima Elena Bidini). La danza delle bambole meccaniche, una piccola suite affidata ad Arlecchino, Colombina, il Soldato ed il Vivandiere. Qui abbiamo apprezzato particolarmente i bei costumi di questi personaggi ed un certo umorismo nel modo in cui vengono manipolati dagli adulti una volta terminata la carica del meccanismo a molla che li fa muovere. La battaglia dei topi è all’altezza delle aspettative: la musica drammatica ma anche un po’ comica, è valorizzata dalla movimentata coreografia di massa. Il fondale si apre su uno sfondo tempestoso e vagamente minaccioso, sempre dominato dal dorato albero di natale che troneggia al centro. La battaglia si svolge in ondate successive di attacchi tra i soldatini guidati dal soldatino di Fritz e le truppe un po’ sgangherate del Re dei topi, in un crescendo continuo che si spinge fino all’uso di un cannone in scena! Molto belli i costumi dei soldatini che sfoggiano anche un battaglione di fanteria a cavallo davvero delizioso. La successiva scena nel bosco dove il soldatino di piombo si trasforma in un principe è un momento particolarmente romantico, sottolineato dall’orchestra grazie ad un bellissimo tema dei corni. Il duetto tra Clara ed il principe è davvero bello, con i due che si muovono all’unisono sulla scena in un crescendo di figurazioni in cui Clara alla fine sembra volare, sospesa sopra la testa del principe. Complimenti agli interpreti Elena Bidini e Walter Maimone per questa pregevole prova. A seguire il celeberrimo Valzer dei fiocchi di neve qui rappresentato nella suggestiva atmosfera notturna del bosco innevato. Una bella prova per i fiocchi di neve tra cui spicca ancora Elena Bidini, oltre al coro dei bambini, caratteristica unica di questo valzer.
Nel secondo atto, nella sontuosa reggia della Fata Confetto che domina il Regno dei dolciumi, si svolge una suite di danze legate ai dolci tipici del natale: la cioccolata, il tè, il caffè, il caramello, ecc ecc. Particolarmente belle la suadente Danza Araba (per il caffè) con un fondale floreale stilizzato e bei costumi velati sui toni dell’azzurro. La Danza Cinese (per il tè) con dragone che segue sinuosamente le due danzatrici che guidano il corteo. Il Trepak (per i bastoncini di zucchero) con la sua energica coreografia di salti spettacolari: qui si sono distinti i tre valenti interpreti (Mike Derrua, Simone Agrò e Massimo Rizzo). Un po’ sottotono invece il valzer dei fiori: una coreografia un po’ minimale e pochi personaggi in scena. Anche i costumi forse potevano essere più ricchi.
Spettacolari invece le danze della Fata Confetto e del suo cavaliere: una rapida successione di numeri notevoli prima del gran finale. Qui davvero Susanna Salvi e Claudio Cocino si distinguono per bravura, tecnica e resistenza in una serie di duetti e pezzi singoli che li mettono davvero alla prova, anche per la rapida sequenza dei brani a loro dedicati. Tra questi, una menzione per la famosa danza della Fata Confetto, accompagnata dalla celesta: uno dei brani più iconici del balletto.
Insomma uno spettacolo che convince e coinvolge: il tempo della rappresentazione è davvero volato! Bravi, bravissimi tutti.