Recensioni - Cultura e musica

Berlioz e Liszt all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Direttore Antonio Pappano e Evgeny Kissin al pianoforte

Il concerto ha presentato tre brani tra i più famosi dei due compositori ottocenteschi che strinsero anche una profonda amicizia reciproca. I tre brani sono anche accomunati dal periodo di composizione, attorno agli anni 1830-1850. Alla direzione dell’Orchestra di Santa Cecilia il Maestro Antonio Pappano, mentre al pianoforte, per il Concerto Nr 2 di Liszt, il Maestro Evgeny Kissin.

Il concerto si è aperto con l'esecuzione dell’Ouverture dal Benvenuto Cellini di Berlioz, opera semiseria su libretto di Léon deWailly e Henri Auguste Barbier, per la prima volta rappresentata il 10 settembre 1838 all'Académie Royale de Musique di Parigi (attualmente Opéra Le Peletier). La prima fu un insuccesso e nelle successive rappresentazioni, anche sotto l’influenza dell’amico Liszt, Berlioz apportò numerose modifiche e rimaneggiamenti che modificarono profondamente la struttura e l’organizzazione del materiale musicale. Fondamentalmente Berlioz non raggiunse mai una versione definitiva, continuando a lavorarci molte volte nel corso degli anni, accettando anche modifiche apportate da altri, tra cui Liszt stesso. Un’esecuzione brillante quella dell’Orchestra di Santa Cecilia, che ha saputo valorizzare in modo efficace il testo musicale nei suoi vari aspetti e nei diversi momenti espressivi in cui è suddiviso.

Al seguito, con la partecipazione di un Maestro del calibro di Evgeny Kissin, il Concerto per pianoforte Nr 2 in la maggiore S.125 di Franz Liszt, composto attorno agli anni 1838-40 all’apice della produzione pianistica del compositore ungherese. La composizione passò attraverso varie fasi e versioni fino a raggiungere quella definitiva del 1861 successivamente pubblicata nel 1863. La prima esecuzione risale al 1857 sotto la direzione dello stesso Liszt. Si potrebbe considerare un poema sinfonico diviso in sei quadri caratterizzati da atmosfere e ritmi differenti, tutte legate però al medesimo ed affascinante tema iniziale di apertura, continuamente sviluppato e variato nel corso della composizione.Il concerto presenta un grande equilibrio tra parte orchestrale e pianistica, dando opportunità al Maestro Kissin di dimostrare tutta la sua potenza tecnica ed espressiva nonché le sue doti rapsodiche nei passaggi più brillanti e sfavillanti di una partitura certamente tecnicamente molto complessa ma che si presenta apparentemente semplice e molto immediata all’ascolto. Scroscianti applausi hanno salutato il pirotecnico ultimo tempo del concerto, quasi 10 minuti, seguiti da 3 bis del grande artista che ha eseguito un Valzer di Chopin, una composizione di Schuman e una sua originale composizione.

Ha concluso il concerto la celeberrima Sinfonia Fantastica, Episodio della vista di un artista in cinque atti di Berlioz, Op 14.una sinfonia a programma per orchestra eseguita per la prima volta nel 1830. Il nome “fantastica” deriva dal fatto che la musica è legata ad un programma di fantasia ideato e scritto dallo stesso Berlioz. I vari movimenti si ispirano sempre all’amata dall’artista, con una accezione autobiografica (l’attrice Harriet Smithson) e sono legati ad un tema fisso (idee fixe) che è ad essa associato. L’associazione tra musica e programma si ricollega ad una certa “dottrina compositiva” francese, instillata nel musicista dal suo mentore Jean-François Lesueur che imparti a Berlioz lezioni di composizione, armonia e stile compositivo in giovane età.

I cinque movimenti comprendono “Fantasticherie e passioni” in cui si descrivono sensazioni e stato del compositore prima e dopo l’incontro con la donna amata ( mov); “Un ballo” con un travolgente valzer turbato proprio dall’immagine dell’amata tramite il tema ricorrente (I mov); una “Scena campestre” (II Mov); una “Marcia delle supplici” dove l’autore immagina di aver ucciso l’amata in preda ai fumi dell’oppio (V Mov); “Sogno d'una notte di Sabba” dove il tema fisso dell’amata appare completamente trasfigurato in una lugubre versione. Partendo da un primo quadro iniziale, questo ultimo brano , attraverso tre successivi quadri distinti, arriva all'apoteosi finale che travolge completamente gli spettatori. Sotto la conduzione del Maestro Pappano, gli spettatori sono portati a visitare tutte le suggestive atmosfere della sinfonia, dalle più delicate ed evanescenti del valzer, ai toni lugubri e quasi paradossali del Sabba finale con riproduzione del suono delle ossa dei morti. Applausi scroscianti dopo il finale per omaggiare l'orchestra ed il Direttore che hanno regalato momenti unici in questo concerto notevolissimo.