Recensioni - Cultura e musica

Brescia: Le opposte armonie del genio: Venezuela, di Ohad Naharin

Successo travolgente della Batsheva Dance Company al Teatro Grande con il balletto Venezuela.

Ohad Naharin è coreografo nella House of Batsheva Dance Company, israeliana, dove continua a collaborare con la compagnia, dopo avere lasciato, nel 2018, il ruolo di direttore artistico a Gili Navot. Nato nel 1952 a Mizra, in Israele, Naharin ha iniziato la sua carriera con Batsheva nel 1974 e ha fatto il suo debutto coreografico a New York nel 1980. Nel 1990, Naharin è stato nominato direttore artistico della Batsheva Dance Company e ha fondato la sua divisione junior, Batsheva - the Young Ensemble. Come coreografo Naharin ha creato oltre trenta opere per entrambe le compagnie e allestito pezzi per altre compagnie internazionali tra cui : Frankfurt Ballet, Opéra national de Paris, Grand Théâtre de Genève, Sydney Dance Company, Lyon Opera Ballet, Les Grands Ballets Canadiens, Rambert Dance Company, Spanish National Dance Company, Cullberg Ballet, Finnish National Ballet, Ballet Gulbenkian, Balé da Cidade de São Paulo, Bavarian State Ballet, Cedar Lake Contemporary Ballet, Pittsburgh Ballet Theatre, Hubbard Street Dance Chicago e Royal Danish Ballet. La Batsheva Dance Company è stata acclamata dalla critica e popolarmente accettata come una delle principali compagnie di danza contemporanea al mondo. Insieme a Batsheva - The Young Ensemble, la compagnia vanta un ensemble di 34 ballerini provenienti da Israele e dall'estero. Oltre alle sue coreografie, Naharin ha sviluppato GAGA, un’innovativa ricerca sul movimento e sull'allenamento quotidiano dei ballerini, che si è diffuso a livello globale sia tra ballerini che non-ballerini.

Lo stile e la tecnica Gaga di Naharin si basa sulla teoria di "far comprendere meglio la sua opera ai ballerini” facendo loro sperimentare che "il piacere fisico dell'attività fisica fa parte dell'essere vivo" per superare  così la conflittualità, e creare al contrario una connessione, tra lo sforzo fisico e il piacere metafisico attraverso il movimento. La tecnica Gaga si distingue per la straordinaria flessibilità del busto e degli arti, mossi da movimenti profondamente interdipendenti e da esplosioni, come cadute improvvise, contorsioni, stop and go, pulsioni, rallenty, ecc. Nella sala prove non ci sono specchi. Ciò consente ai ballerini di allontanarsi dall'autocritica e sentire il movimento dall'interno. “Gaga, non vuol essere tanto una codifica del movimento, ma uno stile per enfatizzare l'esperienza somatica del praticante. Far esprimere i propri instinti animali. Molti hanno notato che le lezioni di Gaga sono costituite da un insegnante che conduce i ballerini attraverso una pratica improvvisata che si basa su una serie di immagini descritte dall'insegnante. Naharin spiega che questo tipo di tecnica spinge i ballerini ad oltrepassare il limite della familiarità. Le immagini descritte dall'insegnante servono ad indirizzare l'improvvisazione dei praticanti, utilizzando parti del corpo ignorate in altri metodi. Un esempio è l'immagine della Luna, che si riferisce alle regioni carnose e semi-circolari (come la luna) tra le dita e le dita dei piedi. La sua filosofia, condivisa da molti coreografi, è che tutti dovrebbero ballare. “(Wikipedia)

Questo lungo preambolo è fondamentale per capire il lavoro della Batsheva Dance Company, la compagnia israeliana di danza contemporanea, che porta in giro per il mondo 250 spettacoli all'anno, e che al Teatro Grande di Brescia ha portato lo spettacolo VENEZUELA. Un lavoro complesso, di 80 minuti senza intervallo, lungo e straordinariamente ricco che elabora il linguaggio tipico di Ohad Naharin: potente, ruvido, contrastante e complementare, sempre musicale anche nelle semplici camminate rallentate e silenziose. L'esecuzione è sempre sensazionale, con l’energia portata al massimo, sia nelle esecuzioni individuali che negli spettacolari passi a due, purtroppo pochi, che riportano le splendide tensioni dei balli latino americani e del tango. Non è facile comprendere il linguaggio di Naharin, perché si tratta sempre di qualcosa che non è mai veramente esplicito:  i conflitti delle masse, il potere dei media, l’apoteaosi della donna, il ruolo dell’'individuo nella società, il potere della politica e dei potenti, il potere della violenza, i conflitti tra le persone… Questo pezzo sorprendente è composto da due parti apparentemente identiche, in una sorta di doppio atto, con la seconda parte rivisitata soprattutto nell’accompagnamento musicale. Due sezioni di 40 minuti poste in contrapposizione, dove le aspettative del pubblico sono a volte brillantemente capovolte. Venezuela è un viaggio turbolento in cui momenti teneri si trasformano senza soluzione di continuità in esplosioni selvagge, quasi elettriche, in un incessante alternanza di dialogo e conflitto tra gestualità e contenuto, tra stasi e movimento, tra individualità corale e individualità esistenziale.

La colonna sonora è altrettanto imprevedibile ed eclettica, dal lungo inizio di brani gregoriani, alla musica elettronica, dal rock al rap. Uno spettacolo complesso dove Naharin lascia anche al pubblico la libertà di scegliere l’interpretazione e il commento critico. In tournèe mondiale dopo l’Anteprima presentata il 12 maggio 2017 al Suzanne Dellal Center di Tel Aviv, lo spettacolo, prodotto da una serie di sponsor tra cui la compagnia stessa, vede parecchi consulenti artistici, di cui molti si dedicano alla preparazione dei ballerini che compongono la compagnia, formata da 18 magri e longilinei danzatori che si alternano dividendosi praticamente sempre in due gruppi. Il registaTomer Heymann ha raccolto nel film “Mr.Gaga” l'affascinante storia del genio artistico di Ohad Naharin, seguendolo per ben otto anni.