Recensioni - Cultura e musica

CHARLES DUTOIT E ROYAL PHILARMONIC MOLTO BRITISH E FRANCESCO PIEMONTESI SUBLIME CHIUDONO IL SETTEMBRE 2014

Interamente romantico il programma scelto da Dutoit per l’ultimo concerto del Settembre 2014

Nonostante la sua “giovane” età (è stata fondata nel 1946) la Royal Philharmonic Orchestra raccoglie artisti di grandissimo calibro e vanta un repertorio musicale molto ampio. Da questo repertorio Charles Dutoit, che l’ha accompagnata nel concerto del Settembre dell’Accademia 2014 al Teatro Filarmonico, ha impaginato un programma incentrato sul Romanticismo.
L’inizio è stato  con l’Ouverture dall’Euryanthe di Carl Maria von Weber. Quest’opera, considerata uno dei capolavori di Weber, viene raramente rappresentata a causa dello scarso spessore drammaturgico del libretto. Fortuna per noi che Dutoit abbia voluto inserirla nel programma così da permetterci di apprezzare immediatamente la solidità di questa orchestra. Gli archi, in particolare i violini, spiccavano sugli altri strumenti dando un taglio particolare alla lettura di questo compositore poco diffuso che pur è stato uno dei primi ad utilizzare la tecnica del leitmotiv, e un ispiratore del giovane Wagner.
Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in Do maggiore Op. 15 di Beethoven, ha rivelato un lato leggero della BPO, pervaso però di quella riservatezza che contraddistingue i britannici. Il brio del primo movimento  ne usciva in parte un po’contenuto, in contrasto con l’interpretazione di Piemontesi,  giovane pianista della Svizzera Italiana, che ha dimostrato  di essere un brillante e versatile interprete  Beethoveniano. Al termine del primo movimento, lo stesso Dutoit si è voltato verso Piemontesi complimentandosi per l’esecuzione con un cenno del capo. I successivi movimenti sono stati un crescendo dell’orchestra nei quali la freddezza britannica ha  lasciato  il posto ad una leggerezza quasi mozartiana più che Beethoveniana, complice anche l’attento ascolto dell’orchestra da parte di Piemontesi alla ricerca della perfetta simbiosi. Dopo numerose chiamate, Piemontesi  ha eseguito un Preludio di Debussy, Feux d'artifice, giocando su un virtuosismo che in parte contrastava con il Beethoven appena ascoltato.
La seconda parte del concerto è stata interamente dedicata alla Sinfonia n. 5 in Mi minore Op. 64 di Pëtr Il’ic Čaijkovskij . Non è facilmente descrivibile quanto la lettura di Charles Dutoit abbia consentito di sottolineare la levatura di ogni singolo musicista: la perfezione dei pizzicati, la maestosità dei fiati, l’unisono dei violoncelli; e contemporaneamente ci abbia permesso di sentire tutta la potenza di questa orchestra, la rotondità e morbidezza del suono e l’intensità interpretativa. In tutti e quattro i movimenti di questa sinfonia la struttura è rigorosa e questa orchestra, su invito di Charles Dutoit, ne ha colto ogni sfumatura senza però andare negli eccessi tragici. Nemmeno nei momenti più accentuati i componenti della BPO si sono scomposti, l’aggettivo “british” gli si addice appieno e ci lascia con la soddisfazione di aver assistito ad un concerto ricco e appagantein attesa del prossimo Settembre.

Valeria Bisoni   6 Ottobre 2014