
Grande serata di musica e bel canto nella Sala del Trono del Castello di Miramare a Trieste
Ambiente giustissimo per un Principe della lirica, il baritono Paolo Rumetz, triestino, dimenticato dalla sua città, come spesso accade, nessuno è profeta in patria...
Paolo Rumetz mancava da Trieste da 13 anni ed il rientro è stato di quelli che non si dimenticano.
Il concerto faceva parte della “Seconda rassegna dedicata ai Lied” ed organizzata dalla Associazione Culturale Friedrich Schiller intitolata ”Schubertiade, i Concerti della Schiller”.
Il baritono triestino era accompagnato al pianoforte dalla goriziana Sabina Arru, pianista che ha collaborato a lungo con Claudio Desderi. Tra le sue varie attività, nel 2009 ha fondato e continua a seguire il Coro da camera “L'Ape musicale” diventato poi “Note d' Autore”. Attualmente è anche consulente musicale e Maestro del Coro dell’Associazione Operaprima Wien.
Del baritono Paolo Rumetz ci sarebbero da scrivere pagine su pagine per la sua prestigiosa carriera, avendo calcato i palcoscenici di tutto il mondo e cantato con i più grandi direttori d’Orchestra. Voce calda, educata; tecnica vocale consolidata, voce raffinata e di velluto, ci ha deliziato ed emozionato, trasmettendo con passione i sentimenti inclusi nei pezzi cantati. Veniamo al programma, impegnativo ed intenso, programma che in parte aveva cantato anche un altro baritono triestino, Piero Cappuccilli. E Paolo Rumetz è stato magico come lo era lui.
Veniamo alla serata, che il protagonista ha deciso di eseguire senza intervalli, ma con una brevissima pausa di qualche minuto, dividendolo in tre blocchi: grandi compositori operistici, altri compositori e Tosti. Il primo blocco era costituito da “Adieux a la vie” di Rossini, “Amore e morte” e “Me voglio fa 'na casa” di Donizetti, per finire con le arie da camera di Verdi: “La seduzione”, “Non t' accostare all’urna” e “Nell’orror di notte oscura.” Prima di iniziare la seconda parte ha detto che il programma era un po’…funereo per il contenuto dei pezzi, ma l’importante era che fosse divertente per chi ascoltava.
Paolo Rumetz è stato bravissimo nel sottolineare i vari passaggi emozionali. Grande trasporto ed intensità anche nella seconda parte costituita da “Occhi di fata” di Denza, arie di Rotoli che hanno scatenato l’entusiasmo del pubblico, soprattutto “Mia sposa sarà la mia bandiera”, “La gondola nera”, per finire con un pezzo di Brogi, “Visione veneziana”. Ultima parte è stata tutta dedicata a Tosti, con arie conosciutissime che hanno emozionato chi assisteva a questa serata magica. Incominciamo da “Malia”, per proseguire con “Ideale”, “La serenata”, “Sogno”, “Non t'amo più”, “L’ultima canzone” e “Quando tu sarai vecchia”.
Il pubblico entusiasta aveva le mani rosse per gli applausi scroscianti dedicati ai due protagonisti, ed è stato ripagato con due bis, un pezzo di Tosti e, ultima ciliegina sulla torta, un pezzo D’opera, “Il Prologo” da I pagliacci di Leoncavallo. Tripudio e grande entusiasmo per il baritono e la stupenda pianista.
Sala esaurita, e tra la bellezza del luogo abbiamo assistito a una lezione di canto e di accompagnamento musicale al pianoforte veramente da antologia. Spero che eventi simili si ripetano più spesso perché uscire da una serata con le mani rosse per gli applausi oggi è cosa rara... purtroppo.