Recensioni - Cultura e musica

Ciao noi siamo i Baustelle

Inaugurazione strepitosa del festival Tener-a-mente

Dopo il trionfo invernale nel chiuso dei teatri, i Baustelle hanno pensato bene di concedersi un’appendice sotto le stelle. Domenica 2 Luglio alle ore 21,15 hanno inaugurato, con il loro concerto, il Festival “Tener-a-mente” al Vittoriale di Gardone Rivera.


Entrato a far parte dei cinque Festival più importanti a livello internazionale, con un cartellone coi fiocchi, il festival può vantare una partenza davvero in grande stile, con gli autori di uno degli album più belli e rilevanti dell’anno. Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini si possono definire una band sempre alla ricerca; fra i pochi capaci di perfezionare l’accessibilità, la leggerezza e i contenuti, mischiando il tutto tra le urgenze giovanili di un pop vissuto a fior di pelle. Una poetica colta e raffinata, in scena a casa D’Annunzio, con 1400 spettatori in trepida attesa…
Bianconi, con camicia rossa, Rachele con cappello nero, Brasini, sobrio da sembrare un professore di Liceo, aprono la performance con un “Ciao, noi siamo i Baustelle…” Geniali nello stemperare, con una battuta, l’attesa da “serata inaugurale”.

Algidamente romantica, la prima parte del concerto va via dando spazio all’ultimo disco «L’amore e la violenza». Si parte con Amanda Lear orecchiabile quanto basta per scaldare il pubblico, poi tocca a Il Vangelo di Giovanni, dai toni mistici, Betty dai toni agrodolci, sino a Ragazzina dove affiora decisamente lo stile della canzone d’autore. Echi battiatiani in riva al lago e in molte interviste i Baustelle ammettono di considerare Battiato come un punto di riferimento.
Le cose più belle arrivano con i classici, da Charlie fa il surf, a Piangi Roma, a Gomma; poi tocca alla cover scritta per Irene Grandi Bruci la città che raccoglie tanti applausi. Prima di cantarla Bianconi dice: - Noi siamo brutti, cattivi, snob, decadenti, antipatici, ma voi non dovete esserlo, dovete bruciare d’amore!

La vena decadente emerge con forza in Henry Lee di Nick Cave e con il finale rock di La guerra è finita. Per il bis c’è spazio per l’inedito Veronica Z.
Francesco è di una magrezza da far temere, ma possiede un carisma che con pochi gesti dice tutto! Rachele pare una signora appena tornata dai concerti di Glastonbury senza aver smaltito i troppi tè, Claudio osserva e dirige da maestro esperto qual è! Dentro di loro ci deve essere una cosmicità sconosciuta e geniale.
Straordinario concerto.

Severino Boschetti 2 luglio 2017