Recensioni - Cultura e musica

Colori e armonie d’Iberia al Filarmonico

La Israel Philharmonic diretta da Zubin Metha al Settembre dell’Accademia in un programma dedicato alla Spagna

Per chi in Spagna ci è andato, dalla prima nota di Fête-dieu à Seville di Isaac Albeniz, è gioco forza tornare con la mente a quella terra e rimanerci ancorato per tutta la durata del Capriccio spagnolo di Rimskij-Korsakov, nel suo crescendo di ritmo e allegria, tanto da avere quasi un brusco risveglio al termine della prima parte del concerto.
La prima parte del programma è talmente piena di colore e di ritmo da far passare quasi troppo tranquillo “Les Parfums de la nuit” seconda delle Images pour orchestre n. 2 Iberia de Debussy, presto sostituito da un risveglio nuovamente abbagliante de “Le matin d’un jour de fête”.
Ecco, è giunto il momento del Bolero. Durante l’intervallo, alcuni musicisti sono rientrati sul palco e hanno “ripassato” alcune note di questo brano tanto conosciuto quanto non di facilissima esecuzione proprio per la sua ripetitività ossessiva.
Ed ecco che i musicisti lasciano il posto alla musica, non stiamo più ascoltando un orchestra che suona, ma il suono puro. Questa è l’essenza di questo ensemble, non sono più musici, sono suono essi stessi in completa e perfetta fusione con i loro strumenti e fra di loro. Non si tratta solo di Ravel e del suo Bolero, si tratta di un profondo rispetto che traspare da questo insieme e dal loro direttore. Metha è uno dei pochi che annuncia sempre il bis, è uno dei pochi che non si limita a stringere la mano al primo violino, ma la stringe a tutta la prima cerchia intorno a lui in un gesto simbolico che avvolge tutta l’orchestra. Metha è uno dei pochi che riceve gli applausi quasi nascosto in mezzo ai suoi musicisti; e che cosa significa questo se non un profondo rispetto per la musica?
Grazie Maestro.

Valeria Bisoni  26 settembre 2011


Il primo concerto che ebbi la fortuna di ascoltare all’Accademia Filarmonica di Verona fu proprio l’Israel Philarmonic Orchestra diretta da questo straordinario musicista che è Zubin Metha. Da allora qualche anno è trascorso, ma il tempo sembra non intaccare né l’ensemble, né il suo direttore che tramite il programma che ha impaginato sceglie di portarci a spasso per la Spagna.
Per chi non ha ancora avuto la fortuna di visitare la penisola iberica questa esecuzione consente un assaggio dei colori, delle armonie del ritmo e della fantasia che caratterizza questo paese.