Recensioni - Cultura e musica

Cremona: Natale con il musical

A Christmas Carol. L'incantevole e magico musical di Natale. 

Il bene e il male, la generosità e l’avarizia, la ricchezza e la povertà. Questi sono i binomi che dominano la scena di A Christmas Carol, un musical della Compagnia BIT (DPM Produzioni e EQUIPE EVENTI), scritto e diretto da Melina Pellicano, liberamente tratto dall’originale di Charles Dickens e con le musiche di Stefano Lori.

L’apertura dello spettacolo, a differenza di quanto accade nell’originale, è affidata alla sottile voce di Tim (interpretato da Gregorio Cattaneo), un bambino che, nonostante la giovanissima età, dimostra una maturità che pochi adulti posseggono, maturità facilmente confondibile con l’ingenuità, maturità che conduce ad andare oltre le apparenze: egli, infatti, presenta al pubblico la figura di Scrooge, un vecchio avaro condannato aspramente da tutti per il proprio eccessivo attaccamento al denaro, e spiega che questo profondo egoismo è dovuto a una forte sofferenza e ad una terribile solitudine. In questo modo, la Pellicano permette agli spettatori di osservare la famosa figura dell'avaro sotto una nuova luce, attraverso lo sguardo innocente di un bambino, uno sguardo privo di pregiudizi, volto ad individuare la vera essenza delle persone.

La rappresentazione, nel suo schematismo, risulta estremamente dinamica; il processo evolutivo di Scrooge, infatti, è caratterizzato da un’estrema continuità che trova riscontro anche nella fluidità dei cambi di scena (di Alessandro Marrazzo e Francesco Fassone); il palco, pervaso da una misteriosa atmosfera dai tratti tipicamente ottocenteschi, subisce innumerevoli trasformazioni, ottenute mediante arguti spostamenti degli elementi scenografici: l’edificio in cui lavora Scrooge, mediante una semplice rotazione, diventa ora la casa dei Cratchit, ora l’abitazione di Fred (il nipote del protagonista); il letto di Scrooge, durante i suoi sogni, diventa il mezzo che permette di visitare i giorni di Natale passati, presenti e futuri del protagonista. Sono proprio i momenti dedicati al sogno i più significativi dell’intera opera: da essi trapela la magia del Natale e l’incantesimo che viene innescato in questo importante giorno, mediante l’azione dei tre spiriti.

Il fantasma dei Natali passati è stato interpretato da Maurizio Misceo, caratterizzato da una voce resa misteriosa e fioca per evidenziare la lontananza dei ricordi, ricordi che riconducono Scrooge all’infanzia e alla giovinezza, generando emozioni estremamente contrastanti: tenerezza nel ricordare la sorella, sempre pronta ad aiutare il prossimo, gioia nel rivivere i felici momenti passati con Mina, l’amore della sua vita, ma allo stesso tempo dolore ripensando alla loro separazione (dovuta proprio all’avarizia di Scrooge). Marco Caselle, con la propria voce piena e sonora, e Noemi Garbo, caratterizzata da un’ottima intonazione e da una voce estremamente chiara, interpretano i giovani Scrooge e Mina e si rendono protagonisti di un momento dolcissimo in cui, duettando, fanno progetti per il futuro.

Il fantasma del Natale presente di Marco Caselle è uno spirito spavaldo e ironico, pronto a sbeffeggiare Scrooge per la tristezza e l’isolamento che dominano la sua vita. In questa scena viene mostrato al vecchio il giorno di Natale che sta per arrivare; il protagonista si stupisce e rimane estremamente toccato dal fatto che, nonostante il suo atteggiamento egoistico, sia Bob Cratchit, sia Fred, ma soprattutto Tim cerchino di giustificarlo.

Infine, il fantasma del futuro mostra la tristezza e la desolazione che domineranno gli anni a venire: essi saranno segnati dalla morte di Tim, zoppo e malato, e da quella di Scrooge al cui funerale non si presenterà nessuno.

I tre spiriti si presentano con costumi (curati da Marco Biesta) estremamente originali e simbolici della funzione svolta dai rispettivi fantasmi: il primo spirito è totalmente bianco con un copricapo fiammeggiante, il secondo è avvolto da un maestoso manto, mentre il terzo, coperto da un’enorme massa informe, rappresenta appieno l’incertezza incombente del futuro.

La narrazione della storia è coadiuvata non poco anche dai più svariati giochi delle coloratissime luci di Alessandro Marrazzo.

Numerosi i momenti d’ensemble che hanno permesso, con la loro vivacità e allegria, di conferire al Ponchielli una coinvolgente atmosfera natalizia.

Presenza costante sul palco è quella di Salvo Montalto, che ha sostituito Fabrizio Rizzolo nel ruolo più importante dello spettacolo: quello di Scrooge. L’attore è stato in grado di rappresentare magistralmente il percorso evolutivo del protagonista, emergendo sia per le espressioni e la gestualità del proprio corpo, sia per il progressivo mutamento del tono della propria voce: all’inizio essa risulta profonda, per esprimere la sfrontatezza e la diffidenza nei confronti delle altre persone, durante i momenti del sogno diventa addolorata, per l’acquisita consapevolezza delle proprie colpe, e nella conclusione diviene limpida, simbolo della totale liberazione interiore e della nuova volontà di aiutare il prossimo.

A Christmas Carol ha ammaliato tutti: ha travolto i più piccoli con l’incontenibile e sorprendente magia del Natale e ha permesso agli adulti, anche se solo per un giorno, di osservare il mondo, dopo tanto tempo, con uno sguardo ricco di stupore e purezza che soltanto i bambini possono avere.

Beatrice Poli