Recensioni - Cultura e musica

Cremona: Sergey Krylov e Alexandra Dovgan: un’intesa perfetta

Tre straordinarie esecuzioni di Schubert, Beethoven e Franck

Quando si incontrano uno dei più grandi virtuosi del violino e una delle più talentuose -probabilmente la più talentuosa- delle giovani promesse del pianoforte, non può che scaturire una serata di grande musica, come infatti è accaduto nel penultimo concerto del Festival Stradivari di Cremona.
Dopo averla ascoltata in un suo concerto nel 2019 ed esserne rimasto molto colpito, il violinista Sergej Krjlov aveva espresso il desiderio di potersi esibire con l’allora dodicenne pianista Alexandra Dovgan ed il progetto ha finalmente visto la luce quest’anno all’Auditorium Arvedi in occasione del Krylov violin project.  

Il concerto è stato aperto dalla Sonata in sol minore op. 137 n. 3 di Franz Schubert, pagina giovanile appartenente ad un ciclo di tre sonate che aprono il ciclo di composizioni per violino e pianoforte del musicista viennese. Nonostante queste opere si ispirino ancora ad un’idea settecentesca del fare musica, caratterizzata da eleganza e rispetto delle forme e risentano delle influenze mozartiane e beethoveniane, questa è quella in cui maggiormente emerge la ricchezza melodica di Schubert, pur nell’ambito di una scrittura semplice che guarda ancora al passato.
Pubblicata nel 1801, ovvero 15 anni prima del brano schubertiano, la Sonata in fa maggiore op. 24 Primavera è la prima delle dieci composte da Ludwig Van Beethoven costituita da quattro movimenti.  Il soprannome probabilmente è dovuto alla melodia iniziale del violino, caratterizzata da un disteso lirismo e che comunica una sensazione di freschezza e serenità, cifra espressiva di questo capolavoro che ha chiuso la prima parte del concerto.
Pagina fondamentale della musica da camera francese di epoca romantica la Sonata il La maggiore di César Franck ha costituito la seconda parte del concerto: spartito di contenuto latino ma ispirato al camerismo di matrice germanica, pertanto ideale suggello del programma proposto.

Se il talento di Krylov era un fatto assodato per il pubblico presente in sala, il pianismo di Alexandra Dovgan si è rivelato una straordinaria sorpresa. I due interpreti hanno maturato nei tre giorni di prove un’intesa perfetta dando vita a tre esecuzioni caratterizzate da grande intesa e perfetto equilibrio nel fraseggio. L’estro di Krylov, caratterizzato da un suono ricco di armonici, intenso e ricco di pathos ha trovato una perfetta corrispondenza nel tocco maturo e sempre equilibrato della giovane ma eccellente pianista in un'esibizione che resterà a lungo scolpita nella memoria degli spettatori.
Tre bis, rispettivamente di Brahms, Kreisler ed un’ironica trascrizione di Stille nacht di Schnittke hanno concluso tra gli applausi uno di quei concerti che si vorrebbe non finissero mai.