Recensioni - Cultura e musica

Cremona: grande successo per Pretty Woman

Il musical al Teatro Ponchielli

 Quante volte ci fermiamo per un istante e pensiamo al futuro, facciamo progetti, riflettiamo sui nostri obiettivi e immaginiamo come sarebbe stata la nostra vita se avessimo fatto scelte differenti. Talvolta ci rendiamo conto di non aver avuto abbastanza coraggio per intraprendere alcune strade o di averne avuto troppo per sceglierne altre. Le difficoltà sono all’ordine del giorno, la vita di ciascuno di noi è paragonabile ad un cielo notturno, punteggiato da innumerevoli stelle: alcune, quelle più lucenti e brillanti, rappresentano i nostri successi, altre, più nascoste, simboleggiano insidie ed ostacoli, altre ancora, le stelle cadenti, rappresentano tutto ciò che ci conferisce la forza necessaria per prendere importanti decisioni ed inseguire i nostri sogni.

Ed è proprio il sogno il fil rouge che costruisce e, passo dopo passo, dà vita al magico e sorprendente mondo di Hollywood, il luogo in cui tutto è possibile, anche un amore come quello raccontato in Pretty Woman, Il Musical (di Stage Entertainment, Matteo Forte & Dan Hinde), andato in scena presso il Teatro Ponchielli di Cremona.

La trama è quella che tutti noi conosciamo: tutto ha inizio da un incontro casuale tra un ricco uomo d’affari, Edward e una giovane squillo, Vivian; col passare dei giorni, il loro rapporto, che doveva essere puramente “professionale”, si tramuta in una vera e propria relazione fondata su sentimenti puri e sinceri.

Il sipario si apre, il pubblico viene travolto da un’atmosfera vivace e spumeggiante che lo accompagnerà in un fantastico ed entusiasmante viaggio hollywoodiano.

La scenografia (di Carla Janssen Hofelt), così come l’intera rappresentazione (regia di Carline Brouer, regia associata e direzione casting di Chiara Noschese), risulta essere estremamente dinamica ed in continua evoluzione.

Il palco è dominato da un’unica struttura che assume varie forme a seconda dell’ambientazione: ora è l’Hotel in cui alloggia Edward, ora il negozio della Rodeo Drive in cui Vivian viene disprezzata dalle commesse, ora il condominio in cui vive la giovane ragazza con la sua amica Kit, ora il teatro in cui viene rappresentata La Traviata

La struttura scenografica, costituita da una sorta di impalcatura, viene trasformata e plasmata dagli stessi attori, mediante passi di danza (coreografie di Denise Holland Bethke) appartenenti a stili differenti a seconda delle esigenze: a partire dall’hip hop, utilizzato dai ragazzi della Hollywood Boulevard, fino a giungere alla danza classica che rispecchia la raffinatezza dell’albergo di fiducia di Edward.

I costumi di Ivan Stefanutti sono ispirati a quelli utilizzati nel film (da cui il musical è tratto): abiti a giacca per gli uomini d’affari, minigonne e abiti casual molto colorati per i ragazzi di strada e abiti eleganti per il momento dedicato all’opera. Tra tutti, emergono i costumi iconici di Vivian, come il celebre abito lungo rosso.

Fondamentale è la componente musicale che, con la direzione di Andrea Calandrini (supervisione musicale di Simone Manfredini), risulta essere parte integrante della rappresentazione: numerosi sono i momenti dedicati al canto e alla musica che, caratterizzata da melodie estremamente variegate ed originali, allietano, divertono ed emozionano il pubblico, soprattutto femminile, che non ha mai lesinato applausi.

Di rilievo anche il ruolo svolto dalle luci (di Francesco Vignati) che assumono colori caldi negli istanti di maggiore pathos, rischiarano il palco nelle scene ambientate durante il giorno, e diventano estremamente colorate nei momenti di festa.

Beatrice Baldaccini interpreta magistralmente Vivian: delinea le innumerevoli sfaccettature di un personaggio molto particolare, denotato da forte leggerezza, ma allo stesso tempo, caratterizzato da un’insolita ed inaspettata profondità d’animo. La Baldaccini trasmette tutte le emozioni e i sentimenti provati da Vivian e, grazie ad una voce dall’acuto luminoso, emerge anche per le proprie abilità canore.

Thomas Santu, nei panni di Edward, presenta un uomo d’affari che, nonostante l’apparente freddezza, è pronto a farsi travolgere dalla spensieratezza della bella Vivian, cambiare la propria vita ed inseguire i propri sogni.

Eccellente anche la prova di Andrea Verzicco che emerge soprattutto per la propria interpretazione di Happy Man, una figura maschile che simboleggia il destino. Happy Man è il personaggio che si rivolge direttamente al pubblico, instaura un vero e proprio dialogo con gli spettatori, diventa loro amico e fornisce preziosi consigli. Verzicco risponde prontamente alla versatilità e alla dinamicità richieste dai propri personaggi (oltre ad Happy Man, Mr. Thompson e Hollister).

Ottime anche le prove di Giulia Fabbri (Kit De Luca, l’amica di Vivian) che, nel canto, emerge per i propri acuti, e di Lorenzo Tognocchi, che, nei panni di Philip Stuckey, presenta il tipico uomo d’affari che pensa unicamente al denaro.

Fondamentale risulta essere il contributo canoro e danzante conferito dall’ensamble: gli interpreti, infatti, completano e arricchiscono la scena, delineando il giusto contesto all’interno del quale si svolge l’intera rappresentazione. Tra di essi emergono Pietro Mattarelli che, con grande simpatia, diverte il pubblico con i propri passi di danza e Federica Basso che, nei panni della Violetta verdiana, regala un momento di canto lirico.

Pretty Woman, Il Musical porta in scena una storia molto conosciuta, ma che, se osservata dal giusto punto di vista, può rappresentare un importante insegnamento per tutti: la vita di ciascuno di noi è e deve essere dominata dai sogni e noi abbiamo il diritto e il dovere di inseguirli sempre e comunque, senza farci mai intimorire dalle difficoltà, perché, si sa … per aspera ad astra!

Beatrice Poli