
Un fil rouge ha tenuto insieme i brani eseguiti: la figura Dmitrij Dmitrievič Šostakovič di cui il pianista moscovita ha inteso ricordare il cinquantesimo anniversario della morte
Clamorose ovazioni al temine del concerto tenuto da uno dei più grandi pianisti del nostro tempo, tornato a Bologna dopo due anni di assenza, grazie alla rinnovata collaborazione fra Fondazione Musica Insieme e Bologna Festival e il sostegno di partner del territorio sensibili alla cultura musicale. Kissin era atteso nella città felsinea non soltanto dal caloroso pubblico, presente in sala con il tutto esaurito, ma anche dagli studenti della Fondazione Accademia di Imola con cui il giorno prima, nel medesimo Teatro, si è intrattenuto elargendo suggerimenti interpretativi sui brani ascoltati da due aspiranti concertisti, Sonia Donato e Nicolò Cafaro, e rispondendo alle domande dei ragazzi.
Un evento “unico” e memorabile dunque, di taglio didattico e divulgativo, quello di Kissin Evgeny, quale protagonista di una selezionatissima tournée che ha lasciato un’impronta indelebile nel tracciato musicale della città felsinea.
Un recital, quello del 31 marzo, in cui il Nostro ha sfoggiato un virtuosismo strabiliante unito a un’eccezionale poetica interpretativa. Un fil rouge ha tenuto insieme i brani eseguiti: la figura Dmitrij Dmitrievič Šostakovič di cui il pianista moscovita ha inteso ricordare il 50° anniversario della morte. Sull’arte di questo geniale compositore è scorsa la seconda parte del concerto, iniziato tuttavia con J. S. Bach, modello ideale di Šostakovič, e proseguito con Chopin, al cui Primo concorso internazionale di Varsavia, il compositore sovietico partecipò conseguendo un diploma onorario.
Diamantino è il flusso sonoro esibito da Kissin nella Partita n. 2 in do minore di Bach. Qui l’edificio contrappuntistico è attraversato da un tocco pianistico di cristallina chiarezza, tale da esaltare ogni parte nella sua cantabile espressività. Il tutto appare come un poema sonoro in cui i protagonisti, nel continuum della loro dialettica, si alimentano di chiari e freschi aliti scaturenti dalla levità di fascinose danze.
Ma è con Chopin che Kissin trasporta l’uditorio a un livello apoteosico, esprimendo una sua chiara affinità spirituale con il poeta del pianoforte. C’è un mondo interiore estremamente romantico in lui, un animo che si compenetra nei dolenti accenti e moti passionali chopiniani con manifesto trasporto emotivo. L’espressività delle frasi e l’omogenea cantabilità dei temi nei due Notturni op.27 n.1 e op.32 n. 2 trasportano i sensi in una mirabile e non comune dimensione uditiva; il moto dell’animo chopiniano, espresso con volteggianti armonie nello Scherzo n. 4 in mi maggiore op. 54, è interpretato con incantevole eloquenza, i gemiti romantici sono carezze sonore tra le dita di Kissin. Ogni suono è come un’affettuosa parola che tocca l’animo trasportandolo in un magico e infinito sogno. E lo stesso Kissin appare in “trance”, trascinato ad occhi chiusi in una dimensione ultraterrena. Tanto è il “sentire chopiniano” di Kissin da indurre il Nostro a suonare come bis al termine del concerto lo Scherzo n. 2 op. 31 e il Valzer op. 64 n. 2, preceduti entrambi dal Siciliano, Bach-Kempf, BWV1031. L’interpretazione dello Scherzo n. 2 manda il pubblico in visibilio suscitando un diffuso clamore d’entusiasmo: i liquidi suoni, brillanti come cristalli, appaiono come riflessi di luce sull’acqua, sicché la musica si veste di celestiale finezza tra un flusso sonoro e l’altro arricchito di vitale energia.
La complessità della Sonata n. 2 in si minore op. 61 e dei due Preludi e Fughe op.87 (n. 15 e 24) di Šostakovič è tale da non poterla superare senza spartito. Le difficoltà tecniche e interpretative dei brani, che interpretano il conflitto interiore vissuto dallo spirito umano durante il conflitto mondiale, non si sono palesate sotto le virtuose mani del pianista moscovita. Con massima sapienza e tecnica interpretativa, egli ha regalato al pubblico una stupenda esibizione, passando con piglio anche divertito, come nell’Allegretto iniziale, fra i vari tempi della Sonata e ricreando sonorità ora fluide, dolci e danzanti, ora percussive e martellanti.
Standing ovation, clamoroso entusiasmo, lunghi e incessanti applausi: questo è il tributo manifestato a Kissin Evgeny al termine di uno dei più bei e soddisfacenti recital pianistici programmati negli ultimi tempi a Bologna.
Giovanna Facilla