Recensioni - Cultura e musica

Elisir partenopeo al Filarmonico

L’opera buffa di Donizetti chiude il cartellone invernale prima dell’inizio della stagione areniana.

La regia di Riccardo Canessa ricorda quei paesini affacciati sul golfo di Napoli. Il fondale del secondo atto mostra questo romantico mare al tramonto. Peccato che questo effetto non fosse presente anche nel primo atto. Evidentemente l’elisir riesce a far apparire anche il mare. Le scene da presepe che appaiono sono comunque coerenti. I coloratissimi costumi di Artemio Cabassi si sono perfettamente integrati cheon le scenografie ed il progetto registico.
“Fratelli d’Italia, l’Italia se desta…..”, è iniziata così la serata del 25 Aprile ed a tirare le fila musicali dell’orchestra  dell’Arena di Verona c’era Giacomo Sagripanti coadiuvato dal maestro del coro Armando Tasso. Il giovane direttore ha saputo coordinare un’ottima orchestra mantenendo un buon equilibrio tra le orchestra,  masse corali e solisti.
Nei panni di Adina, la ricca e capricciosa fittavola, c’era Irina Lungu. Soprano russo dalla voce incisiva, ricca ed agile, che ha caratterizzato un personaggio forte da un punto di vista sia teatrale sia vocale. Una prova apprezzata dal pubblico.
Alessandro Scotto di Luzio era Nemorino. Voce sicura e leggera che si destreggia molto bene nelle difficoltà della parte tenorile, purtroppo però non così squillante e voluminosa da reggere il confronto con gli altri solisti o con il coro. Buona comunque la prova per il cantante che è stato spiritoso ed ha ben caratterizzato il protagonista
Bruno de Simone ha sfoggiato il suo eccellente dulcamara. Ormai consolidato in questo ruolo il baritono napoletano è risultato spontaneo e credibile negli “improvvisati” recitativi e nella mimica. Autoironico e buffo è riuscito ad equilibrare una voce piena con un personaggio divertente. Voce che comunque è risultata leggermente affievolita ma che con il giusto elisir scenico-recitativo ha offerto un’ottima prova che ha caricato il pubblico del Filarmonico.
Un Belcore, Krum Galabov, con una buona vocalità, profonda e piena, capace di eleganti passaggi e caratterizzando pomposamente il personaggio.
Rosanna Savoia nei panni di Giannetta è risultata simpatica e precisa.
Pubblico del Filarmonico di Verona soddisfatto e che ha regalato lunghi applausi sia all’orchestra che ai cantanti. Un buon fine stagione in preparazione della stagione  estiva all’insegna di Verdi.

Claudio Giacoboni 25 aprile 2013


Dramma giocoso andato in scena la prima volta nel 1832 a Milano (Teatro della Cannobiana) che ebbe un gran successo immediato (32 repliche consecutive). L’opera racconta la storia di un amore, inizialmente non corrisposto, che grazie ad un miracoloso Elisir, venduto da un ciarlatano con i fiocchi, ha la possibilità di sbocciare. Il tutto condito da un militare “rubacuori” , Belcore, popolani ficcanaso e quel medico, dottore enciclopedico di Dulcamara.  L’elisir d’amore è un’opera che riscuote sempre molto successo sia da un punto di vista scenico sia da un punto di vista recitativo e musicale.