Recensioni - Cultura e musica

Eros e thanatos uniti sul palco del Teatro Grande

Jean-Christophe Maillot torna a Brescia con Romeo e Giulietta

La rilettura shakespeariana del celebre dramma degli amanti di Verona creata dal coreografo francese Jean-Christophe Maillot nel 1996 e proposta al Teatro Grande di Brescia negli ultimi giorni del mese di novembre risente solo in maniera superficiale dello scorrere del tempo. Rispetto alla Cenerentola dello scorso anno, il pubblico ha sofferto un po’ l’allestimento minimalista di Ernest Pignon-Ernest e la sobrietà dei costumi di Jérôme Kaplan, ma nel complesso lo spettacolo ha incontrato il favore del pubblico.

La tragedia resta sostanzialmente fedele alle pagine del bardo, anche se Maillot si prende qualche licenza poetica funzionale alla sua messa in scena. La novità più evidente è l’importanza data, dal punto di vista coreografico, ma anche drammaturgico, alla figura di Frate Lorenzo interpretata da un poco convincente Jaat Benoot.

Olga Sminnova è stata una Giulietta fresca e graziosa, ma anche capricciosa e caparbia. Francesco Resch ha vestito i panni di un Romeo innamorato e devoto. Il celebre passo a due del balcone è stato particolarmente suggestivo anche grazie ai semplici, ma efficaci effetti di illuminotecnica studiati da Dominique Dirllot. Lady Capuleti, Marianna Barabas, ha un portamento naturalmente superbo e la sua presenza riempie la scena caratterizzandola.

La rivalità tra Montecchi e Capuleti è stata ben delineata in diversi punti dello spettacolo, in primis nella celebre marcia scritta da Prokofiev e ormai indissolubilmente legata alla tensione delle opposte fazioni. Anche se non si fronteggiano in maniera simmetrica, le due nobili famiglie veronesi si affrontano accerchiandosi e tagliandosi la strada con diagonali e spirali rendendo meno evidente l’inganno dello stare insieme che è solo di facciata. Interessante il rallenty seguente la scena del duello e conseguente morte di Tebaldo e Mercuzio rispettivamente interpretati da Simone Tribuna e Michaël Grünecker. Straziante l’urlo sordo di Giulietta che la famiglia vorrebbe sposa ad un giovane scelto dai genitori.

Il corpo di ballo monegasco femminile è stato particolarmente piacevole da guardare: belle linee, grazia forza e leggerezza sono state le note distintive. Meno convincenti gli uomini con qualche eccezione.