Recensioni - Cultura e musica

Fabriano: Il binomio perfetto di Brahms e Mozart

Proseguono senza sosta i vari concerti sempre con programmi diversi ed interessanti dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana

Come da tradizione il teatro Gentile da Fabriano ospita alcune tappe di questo percorso. La prima è dedicata a Brahms e Mozart con la Form diretta dal maestro Maurizio Colasanti.

Si inizia con Johannes Brahms e il suo bellissimo Concerto per violino e orchestra in re maggiore, Op. 77" composto nel 1878. Inizialmente doveva contenere quattro movimenti, ma lo "Scherzo" verrà collocato nel secondo concerto per pianoforte. Rimane quindi la classica struttura a tre movimenti: allegro-adagio-allegro. Il primo movimento (Allegro non troppo in re maggiore) riesce a coniugare un'atmosfera intimistica ad una più solenne di respiro sinfonico, oltre alla viscerale parte solista. L'adagio in fa maggiore con i fiati soli ricorda le Serenate mozartiane, con la bellissima melodia principale scandita dall'oboe. Il violino invece ha una cantabilità di stampo italiano. Il Finale (Allegro giocoso, ma non troppo vivace in re maggiore) è vigoroso e brillante, seguendo i modi ungheresi adottati poi da tutta la classicità viennese.

Al violino solista la giovanissima Yume Zamponi (vincitrice del primo premio al concorso Postacchini 2024) che non si è fatta per niente intimorire da uno dei lavori più importanti e tecnicamente difficili del repertorio. Ha suonato in modo passionale, con sicurezza, senza spartito, mostrando una solida tecnica negli assoli, nei rapidi passaggi di scala e nelle variazioni ritmiche. Suono brillante e limpido nelle note acute, più incisivo e scuro nei bassi.
Grandi applausi per lei, che ha deliziato il pubblico con una composizione intitolata "L'ultima rosa dell'estate".

Cambio di abito per Yume Zamponi e la ritroviamo tra gli orchestrali per suonare la
"Sinfonia n. 41 in do magg. K. 551 “Jupiter” del genio salisburghese Wolfgang Amadeus Mozart. Composta durante l'estate del 1788, precisamente il 10 agosto, a pochi mesi dalla 39 e 40. Il nome Jupiter (che rimanda alla mitologia di Giove) fu assegnato dal violinista e impresario tedesco Johann Peter Salomon per evidenziare il carattere grandioso e divino che contraddistingue quest'ultima composizione sinfonica di Mozart. Quattro movimenti tipici dei canoni del classicismo. "L'Allegro vivace" in do maggiore ha un attacco iniziale irruento con i temi lasciati ai violini. Si colgono tra gli elementi una marcia festosa, un tema cantabile e persino una citazione scherzosa della melodia di un'arietta buffa. "L'Andante cantabile" in fa maggiore, ha un buon lirismo, con una prima melodia sottolineata dagli archi. Il secondo tema passa in do minore con tempi più concitati e drammatici. Il terzo movimento (minuetto: allegretto trio in do maggiore) ha un andamento solenne con un complesso contrappunto. L'entrata delle trombe e dei timpani nel trio aprono ad una esplosione orchestrale. L'ultimo movimento "Il molto allegro" in do maggiore mostra un uso perfetto del contrappunto, con una fuga che si unisce alla forma-sonata, sviluppando ben cinque temi diversi nella stessa sezione.

Esecuzione impeccabile dove la Form ha mostrato compattezza sonora e una variegata tavolozza di colori. Merito della direzione energica e vitale di Colasanti, fatta di gesti lineari, ben scanditi e sempre attento a seguire con la massima cura tutte le sezioni.

Felice successo di pubblico per un pomeriggio di belle emozioni.

Marco Sonaglia (Teatro Gentile-Fabriano 2 marzo 2025)