
Pomeriggio da Oscar nell'avvolgente teatro dell'Aquila di Fermo, con le melodie di Nicola Piovani
Riconosciuto come uno dei massimi compositori di musiche per cinema e vincitore di premi prestigiosi (l'Oscar, quattro David di Donatello, due ciak d'oro, quattro Nastri d'Argento, il globo d'oro della stampa estera, quattro premi Colonna Sonora, il premio Elsa Morante), Nicola Piovani ha intrapreso una mini tournée insieme all'Orchestra Filarmonica Marchigiana, che ha toccato i principali teatri della regione.
La prima parte del programma si è aperta con "Il canto dei neutrini", una composizione di Piovani per violoncello solista, orchestra d’archi, arpa, celesta e percussioni. L’opera è stata commissionata dal festival di Lanciano ed è dedicata al violoncellista Luigi Piovano che l’ha eseguita per la prima volta il 3 agosto 2012 a Lanciano con l’orchestra d’archi Fedele Fenaroli diretta da Piovani. Come racconta il maestro: "Questi seduttivi misteri mi danno un senso di pacifica angoscia, un sentimento di religiosità non verbalizzabile, uno stupore a cui solo con una partitura riesco a dare corpo. Quest’ultima opera, Il canto dei neutrini, per me non poteva avere altro che un andamento rapsodico, destrutturato, caotico, un’anarchia formale che allude a ipotetiche strutture forti nascoste, invisibili. Pensare, immaginare i comportamenti dei neutrini mi risveglia sentimenti diversi: anche favolistici, infantili, simili a quelli seduttivi delle storie delle religioni politeiste; ma anche sentimenti vagamente ottimistici, ironici, beffardi. E se in qualche tratto il violoncello, nel suo virtuosistico peregrinare, scivola in uno scampolo di tango sensuale, è perché mi piace immaginare che i neutrini, oltre che obbedire alle inflessibili leggi della natura – o chi per lei – deroghino ogni tanto in qualche pausa ricreativa: nel mondo invisibile l’immaginazione di noi profani è autorizzata a volare nei cieli creaturali della favola".
Ad eseguire la parte solista al violoncello c'era la bravissima Ludovica Rana. Un suono netto, calzante, vibrante, quasi nervoso, sostenuto dagli ostinati e dai pizzicati degli archi. Una composizione particolare e suggestiva, che ha incuriosito gli spettatori. La violoncellista ha concesso subito un bis, proprio con una composizione di Piovani intitolata "Cadenza sghemba".
Si è proseguito con una suite dedicata ai fratelli Paolo e Vittorio Taviani che con le loro pellicole sono stati un vero esempio di cinema civile, fatto di coraggio e coerenza. Si riascoltano con piacere le note di "Fiorile", "Il sole anche di notte", "La notte di San Lorenzo" e "Good morning Babilonia" in un'atmosfera raffinata, sognante e toccante, con un bel solo di Alessandro Culiani (primo violoncello della Form).
Nella seconda parte del concerto non poteva mancare una suite da "La vita è bella”, che proprio nel 1999 fece vincere l'Oscar al maestro. I temi sono "Buongiorno Principessa", "Foxtrot", "Valzer", "La fuga", "Il carrarmato/Abbiamo vinto", salutati da applausi a scena aperta che se da una parte hanno interrotto l'idea di fusione, ma dall'altra hanno caricato ancora di più l'esecuzione, con la sezione fiati in primo piano.
Gran finale con la suite dedicata a Federico Fellini con estratti da "Intervista", "La voce della luna" "Ginger e Fred". Film sicuramente non tra i più famosi, ma ricchi di pagine interessanti valorizzate al massimo dalla Filarmonica Marchigiana. Nell'organico si sono aggiunti strumenti che raramente siamo abituati a sentire in orchestra come la fisarmonica, la chitarra, le tastiere, il sax, la batteria, che hanno arricchito il variegato tappeto sonoro.
Un pubblico in delirio ha salutato con affetto Piovani, che visibilmente commosso ha ringraziato con due bis, ovviamente da "La vita è bella". Piovani sostiene che "La musica è pericolosa" e ha ragione, perché in questo pomeriggio di febbraio ci ha donato un carico di emozioni, che ci hanno colpito direttamente al cuore.
Marco Sonaglia (Teatro dell'Aquila-Fermo 9 febbraio 2025).