Recensioni - Cultura e musica

Fire of Georgia strega Verona

Scintille di spade e luccichii di gioelli di un popolo senza tempo

Il National Ballet of Georgia approda al Teatro Nuovo di Verona con una serata indimenticabile. La compagnia, diretta da Gela Potskhishvili e Maia Kiknadze, stupisce il pubblico con una serie di acrobazie da lasciare senza fiato.

La leggendaria terra di Giasone e Medea, depositaria di miti e leggende che da oltre duemila anni stregano ed affascinano tutti coloro che entrano in contatto con la cultura georgiana, non ha deluso le aspettative ed è un vero peccato che ci siano così poche occasioni per poter ammirare questi artisti fuori dal comune.

Secondo la tradizione, gli uomini danzano sulle punte dei piedi calzando sottili stivali in pelle simulando l’attività di rincorrere pecore, caprette e similari: i pastori del Caucaso infatti devono saltellare da una roccia appuntita all’altra restando in equilibrio e tenendo tra le mani il bastone che serve a radunare le greggi.

Le donne, abbigliate in abiti raffinatissimi, si muovono come se scivolassero sul ghiaccio e i loro movimenti sono di una grazia e finezza indicibile. Splendidi anche i gioielli indossati come cinture, copricapi e collane finemente cesellate: non bisogna dimenticare infatti che nell’antica Colchide si raggiunse la perfezione orafa già dal VII secolo a. C. e i monili femminili completano l’ovale del viso e gli abiti arricchendoli in maniera sfarzosa, ma mai eccessiva.

La Georgia è un paese straordinario, ricco di cultura e tradizioni uniche al mondo, basti pensate all’alfabeto che pare un merletto di una consistenza impalpabile.

La serata è letteralmente volata con il pubblico sempre più coinvolto dalle strabilianti evoluzioni maschili. Tra le altre, è stata presentata anche l’antica danza dei guerrieri georgiani, perla del tesoro coreografico tradizionale. La Khorumi è una delle danze più eseguite dalle compagnie di ballo georgiane specialmente dal 2013, quando il Ministero della Cultura e Protezione dei Monumenti della Georgia l’ha ufficialmente nominata “monumento della cultura immateriale”. Il Khorumi rappresenta una battaglia, il ritmo dei tamburi è frenetico e i danzatori sono vestiti con gli abiti tradizionali della regione di Ach’ara.

Coltelli e scudi hanno poi fatto letteralmente volare le scintille sul palcoscenico con pericolosi e rapidissimi incroci.

In tutti i pezzi presentati le formazioni geometriche continuano a mutare con una soluzione di continuità assolutamente fluida e morbida. Linee, colonne, cerchi, diagonali, semicerchi, solisti vivificano intensamente la scena mantenendo gli occhi degli spettatori incollati ai ballerini. Tamburi, flauti e melodie arabeggianti si alternano con straordinaria varietà ed efficacia sottolineando la peculiarità di questa terra crocevia tra oriente e occidente.

Le danze e i ritmi tradizionali non conoscono lo scorrere del tempo e sembrano quanto mai attuali; gli incroci di coltelli e spade, la destrezza nel combattere sottolineano lo spirito guerriero di un popolo che lotta con fierezza fino in fondo per difendere la propria libertà e indipendenza dal suprematismo sovietico, pur essendo figli, o meglio ormai nipoti, dello stesso.

La speranza è di poter nuovamente applaudire questi grandiosi artisti quanto prima e poterli possibilmente ospitare in uno spazio sufficientemente ampio per far esprimere tutte le loro possibilità in maniera adeguata.

Sonia Baccinelli

Verona, 10 aprile 2024