Recensioni - Cultura e musica

Gli archi dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia tornano al Teatro Grande di Brescia

Luigi Piovano nella doppia veste di violoncello solista e direttore

Dopo il lungo periodo di chiusura gli Archi dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia sono finalmente riusciti ad esibirsi al Teatro Grande di Brescia e recuperare la data del 23 febbraio scorso annullata a causa dell'emergenza Covid.
La serata del 10 ottobre è stata introdotta dal Sovrintendente e Direttore artistico Umberto Angelini che ha ricordato le difficoltà negli ospedali della città durante tutto il periodo del lockdown e ha voluto ringraziare i medici e tutto il personale sanitario per il lavoro svolto.

Il programma musicale della serata è entrato nel vivo con una scaletta piuttosto eterogenea che ha spaziato dalle musiche da film, a quelle da balletto, al tango per chiudere con Mozart.
La prima mezz'ora ha sofferto di una certa frammentarietà, dato che i brani tratti  delle musiche da film erano tutti molto brevi (uno o due minuti) e quindi non sempre davano al pubblico il tempo sufficiente per calarsi nell’atmosfera nell'atmosfera, anche se va senz'altro riconosciuto l’indiscusso talento degli orchestrali nell’esecuzione. In particolare, si è distinto Paolo Pollastri all'oboe nel celebre pezzo di Morricone "Gabriel's Oboe". Quindi è stata la volta di Luigi Piovano che nella serata bresciana si presentava in duplice veste, sia di direttore, che di violoncello solista nella maggior parte delle partiture eseguite.

Il cigno morente di Saint Saëns coreografato da Fokine per Anna Pavlova è stato molto toccante; l'arco del maestro ha legato la melodia al ricordo più poetico della storia della danza. Eccellente la prova offerta da Piovano nel "Volo del calabrone" di Rimskij-Korsakov: il momento di virtuosismo è stato calorosamente applaudito dal pubblico. A seguire l'omaggio ad Astor Piazzolla con due dei suoi più celebri componimenti: Oblivion e Libertango. Nel 2021 sarà il centenario della nascita del più celebre compositore argentino di tango e Luigi Piovano non poteva certo farsi sfuggire una simile occasione. A chiusura del concerto, una delle più celebri composizione mozartiane: Eine kleine Nachtmusik, presentata con verve e leggerezza dall’intero ensemble.

Anche i bis sono stati offerti con grande generosità. L'Aria sulla quarta corda di Bach è stata un piccolo cameo, mentre nei successivi bis il pubblico ha avuto la possibilità di risentire il bravissimo oboe, oltre che un Libertango suonato con maggiore enfasi.