Recensioni - Cultura e musica

I cori di Nabucco accendono il Ponchielli

Convincente allestimento del titolo verdiano all’interno del circuito teatrale lombardo

Una Cremona tutta addobbata  per la festa del torrone ci ha accolto per Nabucco!
Teatro pieno per questa produzione As.Li.Co, firmata dalla regia di Andrea Cigni e dalle scenografie di Emanuele Sinisi. Imponenti muraglie e soffitti si muovono allargando e stringendo la scena creando quell'effetto di soffocamento fisico ed emotivo che trova il giusto contraltare nelle sofferenze dell'animo dei personaggi! Un effetto che lascia spesso lo spettatore più concentrato sui movimenti scenografici che sul canto.

Unica pecca, appunto, quella del continuo spostamento di questi imponenti muri durante i  pezzi cantati che a volte disturba  interpreti e pubblico. Alcune intuizioni registiche hanno colpito nel segno ma, purtroppo,  la più semplice scena del fulmine non è stata curata a dovere ed un impacciato Nabucco ha dovuto praticamente strapparsi la corona da solo da testa. Particolare forse superfluo ma che visivamente ha colpito.
Simona Morresi ha curato i costumi e se da un lato troviamo ebrei semplici come vuole la tradizione storica dei Nabucco dall'altro vi sono Babilonesi coperti di ornamenti e chincaglierie anche piacevoli alla vista ma che forse possono apparire un po' ingombranti (vedasi il massiccio mantello, di piume d'uccello posato sulle spalle di Abigaille, che per muoversi doveva calciare lo strascico a destra e sinistra). Luci poche, semplici, decise e incisive nei giusti momenti di Fiammetta Baldiserri.
Alla guida dell'orchestra dei Pomeriggi Musicali,  il maestro Mottadelli, che ha saputo dirigere con mano sicura, andando ad amplificare coi giusti intenti le esplosioni orchestrali dell'opera (forse un po' troppo in alcuni momenti). A volte un po' di brio non avrebbe guastato ma ci è piaciuto e si è fatto voler bene.
Coro strepitoso (tralasciando il "Va pensiero" che ovviamente è stato bissato). Rapido, deciso, intonato, capace sia di formare un coeso muro di suono contro l'oppressore Nabucco sia di pregare raccolto nel tempio. Merito sia della direzione del coro (Antonio Greco) sia dei singoli cantanti. Bravi.
Il personaggio di Nabucco e' stato affidato a Paolo Gavanelli. Baritono d'esperienza, con voce potente e buona capacità recitativa, nonostante qualche acuto troppo aperto e qualche nota fissa.  Per quanto riguarda i punti cruciali (Dio di Giuda per esempio) si è destreggiato egregiamente anche se a volte l' ugola assetata di sangue si faceva sentire sporcando qualche nota. Ci ha convinti ma non del tutto.
Abigaille è donna focosa e vendicativa, capace di arrampicarsi in suoni armoniosi e dolci e di precipitare in vocalità scure e tonanti. Tiziana Caruso tutto sommato risulta una Abigaille appropriata. Voce piena, intonata soprattutto a partire dal secondo atto, anche se questo vale per tutti i personaggi principali, e squillante. Ci è però sembrata meno convincente nel registro grave e non sempre aderentissima allo scritto musicale: qualche legato e qualche staccato sono  scivolati via, tuttavia la sua presenza scenica l’ha resa credibile e in grado di gestire egregiamente il ruolo.
Fenena invece è stata assegnata a Raffaella Lupinacci. Ottima interpretazione, pulita, calibrata e con vocalità sostenuta da ottimi "piano". Perfettamente in voce fin dall'inizio.
Gabriele Mangione interpretava un Ismaele incerto fin dall'inizio sia nell’emissione, a volte un po' troppo tirata, che nell'intonazione e poco credibile da un punto di vista recitativo
Il basso, Enrico Giuseppe Iori, Zaccaria, avrebbe buona tecnica e un bel registro grave. Tuttavia non è sembrato al meglio della forma: spesso calante negli acuti e con emissione un po' forzata e "soffiante". Sui piani e vibrati nulla da dire (buona la prova del "Vieni o Levita") ma nei passaggi più concitati quando era richiesto di sovrastare l’orchestra le difficoltà emergevano.
Viene infatti da pensare che la scelta dell'applauso finale rivolto a tutti e tre i protagonisti insieme (Nabucco,Abigaille e Zaccaria), evitando l'uscita singola,  abbia forse evitato  qualche dissenso da parte del pubblico.
Puvbblico non concentratissimo, almeno in platea. Tra chiacchiericcio e canticchiate del "Va pensiero" si è sentito qualche zittio di troppo.

Claudio Gacoboni 16/11/2014