Recensioni - Cultura e musica

I ruggenti anni venti per il Settembre dell’Accademia a Verona

Per una sera il Settembre dell’Accademia abbandona la grande musica sinfonica per immergersi nei ruggenti anni venti e trenta del novecento grazie alle atmosfere retrò della celebre Palast Orchestra e del suo interprete solista Max Raabe.

Per una sera il Settembre dell’Accademia abbandona la grande musica sinfonica per immergersi nei ruggenti anni venti e trenta del novecento grazie alle atmosfere retrò della celebre Palast Orchestra e del suo interprete solista Max Raabe.

 

 

Ormai nota in tutto il mondo per i suoi concerti coinvolgenti e filologici, con arrangiamenti dell’epoca e un organico che ricalca fedelmente delle dance bands di quegli anni. Essenzialmente Max Raabe si diverte insieme alla sua orchestra e fa divertire il pubblico con canzoni goliardiche e di intrattenimento ma eseguite con estrema perizia e maestria.

 

La teatralità viene data dall’eleganza delle scelte e dall’alternarsi di pezzi solistici, a cappella e strumentali sempre trattati con la dovuta perizia e ironia. Così accanto a “Du bist meine Greta Garbo” e a “Mein Gorilla hat ‘ne Villa im Zoo” dei autori epici come Walter Jurman e Robert Stolz c’è posto anche per una divertente rivisitazione dei tre porcellini oppure per un improbabile fox trot orientale.

Essendo in Italia Max Raabe si è anche concesso ad alcune canzoni italiane come “Parlami d’Amore Mariù” e, nel momento dei bis, a “Vivere” mandando in delirio il pubblico del filarmonico. Una bella serata all’insegna della nostalgia e della grande musica.

A fine serata il pubblico ha applaudito calorosamente tutti gli interpreti.

R. Malesci (23/09/10)