
Una serata giovane e variegata
Il Ballet Junior de Genève è una compagnia formata da giovani talenti internazionali, riconosciuta per la sua capacità di fungere da ponte tra la formazione accademica e la carriera professionale. La compagnia collabora regolarmente con coreografi di fama mondiale, offrendo in questo modo ai suoi danzatori l'opportunità di confrontarsi con una molteplicità di stili e approcci assai diversi tra loro.
Il programma presentato al Teatro Grande di Brescia martedì 11 febbraio comprendeva tre opere di tre coreografi distinti: Cathedral di Marcos Morau, Touch Base di Marne Van Opstal e Tenir le Temps di Rachid Ouramdane.
In Cathedral, creato nel 2019 per lo Scapino Ballet Rotterdam, abbiamo apprezzato i movimenti perfettamente sincronizzati della compagnia. Questa pièce esplora il mistero della natura e dell'esistenza umana, accompagnata dalla musica ascetica di Arvo Pärt. I danzatori sono immersi in un'atmosfera suggestiva, che funge da scenario per coreografie meticolosamente disegnate e un linguaggio del movimento tagliente. Morau immagina i danzatori come "giocattoli rotti" all'interno di una sala giochi, creando un'esperienza visiva ed emotiva intensa.
Lo spazio scenico è ripartito da un grande tavolo disposto inizialmente in maniera perpendicolare rispetto alla platea e poi parallelamente alla stessa. Mani e teste creano curiosi e continui giochi amplificati dalle tante sequenze a canone. Le braccia disegnano onde che ricordano i profili del monte Ararat come nelle tradizioni armene. Molto suggestivo il chiaroscuro creato dall’illuminotecnica studiata da Marten K. Axelsson.
Il secondo pezzo, Touch Base, creato da Marne Van Opstal nell'agosto 2019 durante il Summer Intensive al Nederlands Dans Theater ed entrato a far parte del repertorio della compagnia nel 2024, inizia con i danzatori che si muovono senza musica in formazione sul palco tenendo il tempo binario con la corsa e disegnando composizioni sempre nuove. Il rumore dei piedi che percuotono il suolo così a lungo crea suspence ed aspettative che non vengono certo deluse. Tra tutte, questa coreografia è risultata davvero molto interessante. Van Opstal è noto per le sue scelte eclettiche che si riflettono in performance dinamiche e coinvolgenti presentando una costante interazione tra i corpi dei danzatori. Assoli complessi e di grande impatto si alternano armonicamente coi momenti di gruppo.
Tenir le Temps di Rachid Ouramdane è forse il pezzo che risente di più dello scorrere del tempo dato che il brano è stato creato nel 2015 per il Festival Montpellier Danse, ma acquisito dal Ballet Junior de Genève nel 2019. Comunque, la coreografia risulta assolutamente gradevole e perfettamente eseguita nonostante più datata delle altre due: il senso del ritmo, della velocità e del movimento continuo ripetuto a canone sono il fil rouge della composizione. I danzatori, con gesti concertati, esplorano le molteplici identità che ciascun individuo racchiude, in perfetta sintonia con la partitura musicale di Jean-Baptiste Julien. Il fondo bianco del tappeto danza ha dato una diversa connotazione alle scelte di illuminotecnica. Questa performance offre una profonda riflessione sulla nostra società in costante accelerazione.
Nel complesso, il Ballet Junior de Genève ha presentato una serata di danza contemporanea di alto livello, mettendo in luce la versatilità e il talento dei suoi giovani interpreti attraverso coreografie che spaziano dal contemplativo al dinamico, offrendo al pubblico una gamma ricca e stimolante di esperienze artistiche.
Sonia Baccinelli Brescia, 11 febbraio 2025