Recensioni - Cultura e musica

Il Barbiere di Siviglia al Filarmonico di Verona

Sotto la direzione del Maestro Giuliano Carella, con la regia di Filippo Crivelli, scene di Lele Luzzati e costumi di Santuzza Cal...

Sotto la direzione del Maestro Giuliano Carella, con la regia di Filippo Crivelli, scene di Lele Luzzati e costumi di Santuzza Calì, è andata in scena al Filarmonico di Verona un'interessante edizione della famosa opera di Rossini (14, 16, 18, 20 e 22 dicembre 2001).

La vivace e precisa prova dell'Orchestra e Coro dell'Arena di Verona ha reso giustizia alla ricchezza e raffinatezza dell'orchestrazione rossiniana, dandole spessore e spigliatezza.

Interessanti le scenografie di Lele Luzzati, caratterizzate da un collages di stili con elementi architettonici ed edifici disegnati su pareti che paiono di cartone. I cambi di scena trasformano l'ambientazione seguendo realisticamente la narrazione e stupiscono per l'uso dei colori sgargianti, delle forme spagnoleggianti e la varietà degli elementi decorativi.

Le luci hanno sapientemente valorizzato la scena, sottolineando , sempre nel tema del realismo fiabesco e schematico della favola di Beaumarchais, il passare delle ore in questa "giornata di follia" in cui tutto accade, ma tutto si conclude in un trionfale tripudio di luci, colori, musica e fiori che finiscono per rivestire ogni cosa, personaggi compresi.

Per quanto riguarda i cantanti, buona complessivamente la prova delle scene di gruppo, come il finale del primo atto e il finale del secondo atto. Figaro, Dario Solari, è molto tecnico e preciso, anche se un po' sottotono per la parte affidatagli, a volte coperto dall'orchestra e poco convinto della comicità del suo personaggio. Il Conte d'Almaviva, Juan Diego Florez, è un tenore di grande potenza vocale e presenza scenica, anche se ha un timbro un po' nasale soprattutto nel registro alto. Rosina, Manuela Custer, ha una grande tecnica e un timbro limpido perfetto per questa parte, anche se qualche eccesso virtuosistico le ha fatto compiere qualche passo falso. Don Bartolo, interpretato da Bruno Praticò, è stata una sorpresa spiacevole, quasi sempre coperto dall'orchestra, quasi immobile sulla scena, a parte qualche saltello qua e là, un po' fuori dal personaggio complessivamente percepito, si è distinto in poche occasioni, forse anche a causa di certe scelte registiche. Un grande Ildar Abdrazakov ha invece sovrastato la scena con il suo personaggio di Don Basilio: una voce potente, precisa, giusti tempi comici e presenza scenica. L'unico a non essere mai sovrastato dall'esuberante orchestrazione rossiniana. Ottima anche la prova di Laura Chierici, Berta, con tempi comici giusti e perizia vocale.

Complessivamente uno spettacolo trascinante e coinvolgente che ci piacerebbe rivedere più spesso nei teatri Italiani.

Andrea Pozzi