Recensioni - Cultura e musica

Il Barbiere di Siviglia, ultimo titolo d’opera del cartellone del Teatro Grande di Brescia

Omar Montanari maestro di inesauribile verve comica

Il Barbiere di Siviglia andato in scena al Teatro Grande di Brescia venerdì 16 e domenica 18 dicembre ha avuto una buona partecipazione di pubblico. Quest’opera di Rossini è una di quelle più conosciute e messe in scena dell’autore e riscuote sempre un notevole successo sia per il soggetto, ma anche per le sue arie orecchiabili. Ormai si stenta a credere che il debutto fu un insuccesso e che l’opera terminò tra i fischi della gente in sala.

La trama dell’opera non è complicata: il conte di Almaviva è innamorato della giovane Rosina, che abita nella casa del suo anziano tutore, don Bartolo, segretamente intenzionato a sposarla. Il conte perciò chiede a Figaro, barbiere nonché "factotum della città", di aiutarlo a conquistare il cuore della ragazza. Insieme inventano numerosi espedienti per vederla, entrare in casa,  fino ad organizzare il matrimonio lampo che lascia a Don Bartolo solo la magra consolazione di aver risparmiato la dote per Rosina, e permettendo agli amanti di coronare dunque il loro sogno.
L’allestimento di Andrea Belli è stato molto asciutto, ma davvero divertente. Il sipario si è aperto con una partita di golf, sport  oggigiorno molto di moda. Omar Montanari, nei panni di Don Bartolo si stava cimentando sul green con un’attrezzatura che avrebbe fatto invidia a qualsiasi professionista! Omar Montanari è stato davvero superlativo nella mimica, nella gestualità oltre che naturalmente nell’intera esecuzione dalla parte; molto convincente nell’ aria A un dottor de la mia sorte.
Buona anche la prova di Marcello Rosiello  che vestiva i panni di Figaro: la sua entrata in scena con Largo al factotum è stata davvero un bel momento musicale. I suoi travestimenti sono sempre stati moto divertenti ed il pubblico ha riso di gusto per certe sue pose e movenze.
La parte di Rosina è stata affidata alla giovane Concetta D’Alessandro che ha sostenuto il personaggio con la giuste dose di ingenuità del primo amore, ma anche con la diffidenza tipicamente femminile nei confronti del tutore che la voleva tutta per sé. La finta lezione di pianoforte con Don Alonso (in realtà sempre il conte, celato in un nuovo travestimento) è stato un momento che ha deliziato gli spettatori.
Belle le insegne luminose in apertura e chiusura di spettacolo ideate con colori e forme tipiche delle insegne dei barbieri come ancor oggi si trovano dai peluqueros spagnoli.
Apprezzata dal pubblico anche l’idea per gli applausi: grandi palloni rossi sono stati lanciati dal palco sulla platea e verso i palchetti laterali e infine bucati dagli archetti dei violinisti. In definitiva un pomeriggio davvero colorato e divertente.

Sonia Baccinelli 18 dicembre 2011