Recensioni - Cultura e musica

Il Brahms intimo e confidenziale di Emmanuelle Bertrand e Pascal Amoyel

La nuova incisione delle sonate per violoncello e pianoforte accompagnate dai sei Liebeslieder 

La voce di Brahms come raramente l’abbiamo sentita. Trepidante, intimamente sincera, protesa verso un dire che è insieme confessione e reticenza, parola e silenzio, e tra l’una e l’altro, vuoti, esitazioni che risuonano di non detti tracimanti. Il filo narrativo che il violoncello di Emmanuelle Bertrand dipana è acqua che scava nella roccia di un suono tutto sul fiato, di un fraseggio da miniaturista che chiama a sé, in un passo a due di rara nobiltà, il pianoforte di Pascal Amoyel per un viaggio che va alla sorgente dell’io brahmsiano. Architravi, le due Sonate op. 38 ed op. 99 in cui, alla tentazione di una lettura torrenziale e pervasa dal demone di un romanticismo sovreccitato, i due preferiscono una più temperata decantazione che da un lato non rinuncia alle folate di una scrittura pronta a prender fuoco ma che, dall’altro, ne accoglie gli sprazzi senza mai perdere la bussola di una confidenzialità intima e pungente. A contrappunto di queste due pagine, quasi a sottolinearne il cesello che ne regge e sottende le ampie arcate, il grappolo delle sei gemme sparse dei Liebeslieder, frammenti du toccante bellezza travasati sulla cordiera. Un incanto, suggellato da “Immer leiser wird mein Schlummer”, breviario laico sul vivere e sul morire, e sull’amore come vertiginosa cuspide.

BRAHMS
SONATAS & LIEBESLIEDER

Emmanuelle Bertrand violoncello
Pascal Amoyel pianoforte

Harmonia Mundi 2021