Recensioni - Cultura e musica

Il Corsaro approda di nuovo a Parma

Ripresa del suggestivo allestimento di Puggelli al Festival Verdi

Sbarca a Parma una delle opere “abbandonate” del Verdi. Considerata opera minore, immeritatamente a mio dire, essa rappresenta con particolare dovizia di particolari un piccolo gioiello musicale. La difficoltà orchestrale e vocale che impegna gli artisti è diretta e ne vede la sua piena azione in “Non so le tetre immagini” del primo atto (Medora) o ne “Il fiero corsaro è mio prigione” del terzo atto (Seid) o ancora nel terzetto finale dell’opera. Lo stesso Verdi perse interesse per la scrittura di quest’opera e probabilmente si affrettò a completarla in favore di un nuovo progetto operistico: Luisa Miller. Nonostante questa fretta nella composizione Verdi riuscì a produrre una partitura di tutto rispetto che riesce ad esprimere tutta la complessità di un personaggio come “il corsaro”: combattuto tra l’amore della fedele Medora e la visione dell’eroe romantico.

Parma ripropone l’allestimento del 2004 con la regia di Puggelli ripresa da Grazia Pulvirenti. Regia pratica e cromatica in cui si mescolano scene buie e cupe a cinematografici combattimenti tra corsari e musulmani. Gestire registicamente quest’opera impone cambi rapidi e trucchi scenici in grado di non bloccare troppo il prosieguo della storia. Puggelli è riuscito a sintetizzare una macchina scenica adatta per mantenere fluida l’opera. Costumi belli e coerenti con l’obbiettivo registico.  
Sul palco una serie di sostituti dell’ultimo momento. Nonostante al debutto si siano registrate alcune  contestazioni abbiamo assistito ad uno spettacolo di buona qualità.
Francesco Ivan Ciampa ha diretto la Filarmonica Toscanini con buona maestria. Gli archi, diretti dal maestro Ciampa, hanno inciso piccoli gioielli. Precisi e diretti con timbrica uniforme. Qualche piccola indecisione nei momenti corali che però non ha  alterato l’andamento delle scene. Il coro del Teatro Regio, come quasi sempre accade, ci regala piacevoli momenti in cui, oltre al canto, danno prova di bravura scenica e teatrale.
Nel ruolo del protagonista, il corsaro, Diego Torre. Ripreso dalle fatiche delle precedenti recite si presenta con voce pulita e piena. Tenore potente e con buona estensione vocale. Buoni i centri e i gravi mentre un po' troppo fisse le note acute. Spesso, per colpa della partitura, i fiati un po' carenti ma nell’insieme una buona prova di corsaro. A fianco del protagonista, Medora, sua fedele innamorata, interpretata da Jessica Nuccio. Soprano dalle buone qualità vocali, capace di cesellare la scrittura Verdiana con un controllo della tecnica e della vocalità quasi pieni. Fraseggio meno ritmico ma non inciampante.
Di spicco la vocalità di Silvia Dalla Benetta (Gulnara) che, spinta in scena 24 ore prima, porta un personaggio a lei noto e capace di forti emozioni. Cavatina di temperamento e potenza vocale, abile nei passaggi rapidi e dal vigore scenico. Coloratura piena e calda, capace di acuti limpidi e passanti rende una schiava forte e combattiva. Prova di abilità tecnica e scenica ottima.
A compimento di un cast di buona qualità si accosta Ivan Inverardi nel ruolo di Seid. Baritono con volume vocale ampio e bellissimo timbro. Interpreta, quasi senza fatica, il cattivo Seid andando comunque a mostrarci il lato debole dello stesso personaggio. Il geloso e possessivo Seid che con impeto scenico e vocale sovrasta la sua Gulnara. La prova del baritono è risultata positiva e soddisfacente. Qualche piccola imprecisione tecnica della non facile partitura e della gestione dei fiati ma che poca importanza hanno avuto nei confronti del risultato finale.
Adeguati i personaggi minori interpretati da Matteo Mezzaro, Luciano Leoni, e Seung Hwa Paek.
Insomma, un corsaro giunto in porto che ci ha regalato una prova di buona qualità.

Claudio Giacoboni 2510/2015