Recensioni - Cultura e musica

Il concerto di Goran Bregovic chiude in un tripudio di suoni, gente, spettacolo ed allegria la Rassegna Internazionale di Musica Folk e d’Autore ‘Verona Folk’.

All’arrivo agli Impianti Sportivi di Sommacampagna ci attende una visione woodstockiana: il fiume di gente che abbiamo seguito per arrivare fin qui si aggiunge ad un prato già gremito di persone che hanno preso posto a sedere ma che sedute, poi, non ci rimarranno per molto.

 


Sul palco Bregovic è accompagnato dalla ormai notissima Wedding and Funerals band: sei fiati, una fisarmonica, percussioni e due cantanti straordinarie, ‘…di Sòfia, Bulgària …’ ci tiene a precisare Bregovic, splendide interpreti ed accompagnatrici (e in un brano anche ‘prostitutske’) di questo viaggio nei Balcani.

Puntualissimo lo spettacolo comincia, prima con i ringraziamenti di rito da parte della ottima organizzazione e poi con le prime note dei fiati … alle nostre spalle. No, non sono i diffusori acustici, sono proprio alcuni componenti della band che ci distraggono mentre prendono posto sul palco il cantante percussionista tuttofare e Goran Bregovic, quasi miracolato dopo l’infortunio subito qualche settimana fa per una banale caduta.  Si parte con la colonna sonora del film Underground e via, una canzone via l’altra. In pochi minuti balla tutto il pubblico presente, la Croce Rossa, la Security, il gruppo di religiose e religiosi: questa musica non ti permette di stare fermo ad aspettare cosa succede, ti trascina, ti coinvolge, il corpo va e non è necessario aver studiato danza, i movimenti sono liberi e stranamente belli, ci guardiamo, ci sorridiamo e ci sudano anche le palpebre ma questa corrente di vita ci attraversa; questa musica dà tutto e non chiede nulla se non di essere vissuta.

‘Sono molto felice che piace’ ringrazia Goran, intrattenendoci in un italiano gradevolissimo e precisa ‘noi facciamo musica per Matrimoni e Funerali ma‘, ci consiglia, ‘meglio non morire, noi siamo molto cari per i Funerali … ‘.

Due ore di musica, di coinvolgimento, di divertimento puro, concluse con la famosissima ‘Kalashnikov’. Bregovic chiede l’aiuto del pubblico per dare l’attacco: l’entusiasmo è alle stelle, non vogliamo andare a casa e Goran ci consola ‘Neanche io voglio andare a dormire!’ e propone un brindisi (simbolico) a tutto il pubblico.

Dopo aver concesso un ultimo bis su ‘Kalashnikov’ il concerto si conclude ma non finiscono l’eco vitale e l’entusiasmo accesi da questo interprete straordinario, la cui musica è una celebrazione ed esaltazione alla vita, e sì, funerali inclusi.

Simona Carbonini (31/07/08)