Recensioni - Cultura e musica

Il dubbio

LEZIONI DA ACTOR’S STUDIO PER UN BUON FILM CLASSICO E DI IMPIANTO TEATRALE

Un film di John Patrick Shanley.
Con Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis, Lloyd Clay Brown. Joseph Foster, Bridget Megan Clark, Lydia Jordan, Alice Drummond, Audrie J. Neenan, Susan Blommaert, Carrie Preston, John Costelloe, Michael Roukis, Haklar Dezso, Frank Shanley, Robert Ridgell

 Drammatico, durata 104 min. - USA 2008. - 


1964: è passato un anno dalla morte di J.F. Kennedy e Papa Giovanni XXIII, e nella scuola di un collegio del Bronx  convivono due visioni della Chiesa opposte e inconciliabili.
Quella di Sorella Aloysius (Meryl Streep), rigida custode di una morale conservatrice e sessuofobica,  e quella di Padre Flynn (Philip Seymour Hoffman), aperto ad una Chiesa più moderna e sensibile alle esigenze degli allievi. E sono anche due visioni della vita che si scontrano (emblematica la scena del the zuccherato come segnale di piacere, contrapposto al masochismo “amaro” delle suore). Proprio l’eccessiva confidenza del prete  con l’unico allievo di colore susciterà un dubbio che poi diventerà certezza  nella mente della  madre superiora, mentre la sorella che si è confidata con lei (Amy Adams) si pentirà di aver dubitato di padre Flynn.
Sorella Aloysius andrà avanti imperterrita nella sua crociata, nonostante persino la madre del ragazzo (un’ intensissima Viola Davis) la supplichi di lasciar stare le cose così come sono, dato che il ragazzo in casa viene picchiato dal padre, mentre nel collegio ha la possibilità di poter studiare e pensare ad un futuro migliore. Il vento autunnale entra fastidiosamente ma tenacemente nei corridoi e nell’ufficio della madre superiora, ma lei si lascerà sfiorare dal vento del cambiamento? Giacché questo non è un film sulla pedofilia, ma, appunto, sul dubbio filosofico e morale contrapposto alla certezza, che investe la società e le persone, come dice nel sermone iniziale Padre Flynn. I suoi sermoni affascinano i parrocchiani e gli spettatori,  rimasti silenziosi nonostante la sala strapiena.
Film di modesta regia ma di ottima sceneggiatura, una pièce teatrale che vanta il premio Pulitzer ; John Patrick Shanley, autore e regista, si avvale di due attori che si contendono la scena a colpi di bravura. La cuffietta nera di Meryl Streep ha delle sfumature horror in una fisionomia di mobilità ed espressività straordinarie, ed è ritornata, dopo “Mamma mia”, alla sua abituale e bravissima doppiatrice Maria Pia Di Meo,  e Philip Seymour Hoffmann, gioviale eppure ambiguo, non le è da meno. Ma anche le due ottime comprimarie, Amy Adams e Viola Davis, concorrono meritatamente per la statuetta dell’Oscar. E, a meno che non siano attori provenienti dalla dura scuola teatrale, si fatica a trovare equivalenti simili di bravura nel cinema italiano. 

Elena Bettinetti