Recensioni - Cultura e musica

Il romanticismo europeo incorniciato da Rossini

Rossini, Čajkovskij e Saint Säens nel programma dell’Accademia di Santa Cecilia al Settembre dell’Accademia

Da alcuni anni  presenza ricorrente al Settembre dell’Accademia, l’Accademia di Santa Cecilia si conferma punto di riferimento per il repertorio sinfonico sia nel panorama italiano che internazionale. Complice il rapporto con il direttore musicale, Antonio Pappano, la formazione romana si dimostra sempre più sicura e disinvolta anche nell’affrontare i repertori più impervi.
Anche il programma del concerto veronese presentava alcune proposte non usuali, prima fra tutte la Sinfonia per organo di Camille  Saint Säens, partitura decisamente originale -basti citare la presenza di organo e pianoforte all’interno dell’organico-  e mai eseguita nelle precedenti edizioni del Settembre.
Il programma si è aperto però con un’altra pagina di grande fascino, quella sinfonia dalla Semiramide di Gioachino Rossini che forse, insieme a quella del Guglielmo Tell, costituisce il risultato più compiuto tra le ouvertures del pesarese.
Al gesto di Pappano l’orchestra ha risposto con una ricchezza di colori ed una brillantezza del suono straordinari, in grado di esaltare ogni singolo aspetto dello spartito.
A questa trascinante introduzione ha fatto seguito il Concerto per violino e orchestra di Petr Il’ic Čajkovskij la cui esecuzione è stata ulteriormente impreziosita dalla presenza di un virtuoso del calibro di Gil Shaham. La perfetta intesa tra podio e solista si è tradotta in un’esecuzione di grande intensità e musicalità. Il grande virtuosismo e la ricerca espressiva di Shaham, sempre al servizio della musica e mai semplice autocompiacimento, sono stati perfettamente assecondati da un’orchestra attenta a seguire ogni minimo accento. Pappano ha dato di questa pagina una lettura estroversa che, dopo un secondo movimento di grande lirismo, si è conclusa con un finale pirotecnico, complici le straordinarie doti di Shaham che al termine ha ricompensato le continue ovazioni di un pubblico entusiasta con un eccellente doppio bis bachiano.
La seconda parte comprendeva invece la sopracitata Sinfonia per organo, probabilmente un unicum all’interno del panorama sinfonico che non ha minimamente impensierito l’orchestra che, al contrario ha sfoggiato l’eccellente livello di ogni singola sezione all’interno dell’intricato contrappunto di Saint Säens.
Quasi a voler alleggerire la gravità del brano precedente Pappano ha concluso il concerto con una vitale esecuzione dell’ouverture del Barbiere di Siviglia offerta come bis ad un pubblico sempre più entusiasta.
 
Davide Cornacchione 25 settembre 2016