Il secondo e quarto concerto per pianoforte incisi dalla pianista ucraina
Nei social e sulle piattaforme, dove il suo nome spopola con numeri di visualizzazioni da capogiro, è sempre più facile trovarla intenta ad alzare al cielo la bandiera della sua terra martoriata e fiera, in nome della quale non ha esitato ad imprimere alla sua carriera una brusca virata. Dallo scorso 24 febbraio, Anna Fedorova non è più solo una delle artiste più interessanti della sua generazione, ex enfant prodige cresciuta nei vivai dell’Accademia di Imola e del Royal College di Londra; ora è soprattutto icona di un’Ucraina intenzionata a sferrare colpi alla barbarie contrapponendole l’arma della bellezza. In quest’ultimo lavoro discografico, la pianista nata a Kiev suggella, in un atto insieme poetico e politico, un percorso di ascolto interamente nel segno dell’arcirusso Rachmaninoff e dei suoi Concerti n°2 e 4. Non una scelta casuale, bensì un dichiarato invito a leggere e a rileggere i ricorsi della storia – lo stesso compositore era sfuggito agli orrori della Rivoluzione del 1917, riparando negli Stati Uniti - evitando facili quanto infelici scorciatoie da damnatio memoriae. Rachmaninoff cantore di un pianoforte gonfio di lirismo e di nostalgia, acceso di una strumentalità così spavalda da trasformarlo in un’autentica polveriera, eppure mai per un attimo lontano da un’urgenza narrativa che conduce l’ascoltatore al cuore del suo mondo. Un mondo in cui sontuoso ed intimo, colto e popolare, si intrecciano così strettamente da finire per compenetrarsi in un amalgama che bastano pochi frammenti di battute a svelare come cifra identitaria. In un percorso a ritroso che dall’oscuro Quarto Concerto – l’ultimo, il più incompreso, il più sghembo nel suo impianto nervoso, smozzicato, divorato da una forza che ne comprime l’arco delle frasi – risale le acque verso il secondo. Buio anch’esso, nel sibillino annunciarsi così come nel tormentato aprirsi, ma proiettato, come la stessa Fedorova sembra sottolineare con un pianismo che raccoglie in perfetta sintesi smalto e scavo, verso la catarsi di una luce, verso la promessa di una redenzione, alla fine del viaggio. Nell’irrinunciabile scintillio che abita (guai se mancasse!) queste straordinarie pagine, iperfrequentate ma ancora capaci, sotto una guida sapiente, di rivelare insospettate verità, c’è un dramma che cova, bruciante, disperato, umanissimo. Il fuoco della Fedorova, assecondata con assoluta condivisione di intenti da Modestas Pitrenas, alla testa della pregevole Sinfonieorcherster St. Gallen, è una fiamma che svetta imperiosa, nel buio della storia.
Rachmaninoff
Piano Concertos n°2 & 4
Anna Fedorova
Channel Classics 2022