Recensioni - Cultura e musica

In Disco: Gli echi esotici e folcloristici di Alexandre Tansman

Marta Argentiero protagonista di una prezioso recital dedicato al musicista polacco

Gli estremi annodati tra Lodz e Parigi, l’arco biografico esteso a toccare gli antipodi. Hawaii, Singapore, Egitto, Indonesia. New York, ovviamente. La figura di Alexander Tansman, anche per l’innumerevole galleria di esperienze ed incontri maturati nel corso di quasi un secolo di vita, rappresenta a buon titolo una luminosa testimonianza di quanto ricco, variegato ed affascinante sia stato il Novecento. Nato in una famiglia della buona borghesia polacca e, sin dai primi importanti riconoscimenti come compositore, attratto da continui viaggi nei quali si accosta ed entra in contatto con la quintessenza del mondo culturale del suo tempo, Tansman lascia dietro di sé una produzione copiosa e straordinariamente variegata nella cui filigrana è possibile scorgere profili, linguaggi, suggestioni ordite a comporre un arazzo di singolare originalità e bellezza. Echi esotici e folkloristci si affacciano e si intrecciano in una scrittura di spiccata eleganza, irrorata da richiami ai francesi, a Stravinsky, alle avanguardie. Strumento principe della sua ispirazione è il pianoforte, a cui il compositore dedica pagine di aforistica pregnanza, intrise di un caleidoscopio di umori e risonanze. Miniature di ispirata grazia, pervase da un umorismo sottile, avvolte dal naturale nastro di un’aristocratica allure. A dipanarle, in questa godibilissima esecuzione, è la narratività di Maria Argentiero. Un pianismo, il suo, capace di delineare con garbo schizzi audaci, fuggevoli, capricciosi. Il libretto di accompagnamento all’ascolto riporta un’intervista dell’interprete stessa a Marianne Tansman. Un documento prezioso e, al tempo, una chiave di accesso al mondo creativo del padre.

ALEXANDRE TANSMAN
Piano Music

Maria Argentiero
Piano Classics