Un'affascinante galleria di miniature accompagnata dalla Sinfonia Varsovia diretta da Aleksandar Marković.
Fantasia, libertà, esuberanza. Tutto questo ma anche molto altro, per un mondo ammiccante al desiderio, al gioco come piena espressione della più sfrenata creatività. Il Capriccio visto attraverso la lente scorciata di Nathanaël Gouin è un mondo da esplorare e da ridefinire, attraverso un periplo dichiaratamente personale, per certi aspetti autobiografico, che il pianista francese si diverte a costruire con la sapida complicità della Sinfonia Varsovia diretta da un autorevole Aleksandar Marković. In apertura di un viaggio che, tra percorsi obbligati e avventurose deviazioni, da Bach condurrà ad Alkan – il Liszt francese -, è infatti la spirale di Variazioni che Rachmaninov ordisce addosso alla tela del paganiniano Capriccio n°24, trasformandone il celebre tema in un rutilante sfoggio di ispirata strumentalità. E dopo tanto fulgore, ancor più toccante è, per contrasto, il trapasso all’esile ma accesa teatralità della pagina che Bach scrive tra il 1704 e il 1706 e dedicata all’amato fratello Johann Jacob, punteggiata da una fitta trama di accenti che sembrano attraversare il più ampio spettro espressivo; e altrettanto avvincente è la svagata serenità del Valse Caprice composto da Fauré nelle cui linee seduttive e sottilmente frivole, l’ascoltatore ritrova, controluce, apparizioni fugaci, sapori e atmosfere rubate a Chopin e a Saint Saëns. Prezioso, infine, il dittico di rarità che suggella l’ascolto: l’inedito Reynaldo Hahn – Capriccio non nel nome ma nello spirito che ne abita le linee – di Mignouminek, quattro minuti di pura delizia mai registrati prima d’ora, ritrovati dall’interprete nella biblioteca di François Lang, talentuoso pianista morto ad Auschwitz nel 1944. E l’umorismo, la profondità, la complessità di Maurice Ohana, la voce più appartata di questa affascinante, “capricciosa” galleria di miniature.
CAPRICE
Nathanaël Gouin
Sinfonia Varsovia
Aleksandar Marković
MIRARE